Regione Siciliana, Inarsind: 'No all'Ufficio Speciale per la progettazione di opere pubbliche'

Non piace l'idea della Regione Siciliana di ricalcare la centrale per la progettazione delle opere pubbliche prevista dal Ddl di Bilancio per il 2019, nel nu...

16/11/2018

Non piace l'idea della Regione Siciliana di ricalcare la centrale per la progettazione delle opere pubbliche prevista dal Ddl di Bilancio per il 2019, nel nuovo Ufficio Speciale per la progettazione regionale che è stato istituito con la Delibera Giunta Regione Siciliana 4 novembre 2018, n. 426 recante "Legge regionale 15 maggio 2000, n. 10, articolo 4, comma 7. Istituzione Ufficio Speciale per la progettazione regionale" (leggi articolo).

Dopo i primi commenti (negativi) dei progettisti siciliani arrivati sui social, ecco che è arrivata la presa di posizione del Coordinamento Regionale Siciliano dell'Associazione di Intesa Sindacale degli Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti Italiani (Inarsind) con una lettera inviata dal  al Presidente della Regione Nello Musumeci, in cui si chiede di fatto un passo indietro su una proposta che non riuscirebbe a produrre miglioramenti né a supportare il carico di lavoro dei 390 Comuni siciliani.

Ricordiamo che l'Ufficio Speciale avrebbe il compito di dirigere e coordinare l'intera attività di progettazione delle opere pubbliche regionali di cui all'articolo 24 del D.Lgs. n. 50/2016, fornendo supporto esigenze dei Comuni, delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi comunali.

Riportiamo di seguito la lettera integrale inviata dal Coordinatore Regionale INARSIND SICILIA Arch. Salvo Fiorito, lasciando come sempre a voi l'ultima parola.

La Lettera di INARSIND SICILIA

Onorevole Presidente,
desideriamo esordire con questa nostra dichiarando apertamente, con grande sincerità e ben lungi da qualsiasi captatio benevolentiae, o, peggio, da qualsiasi piaggeria, che cerchiamo per la nostra Regione i progressi che, siamo sicuri, stanno a cuore anche a Lei.

Desideriamo fortemente ripartire, abbandonare gli ultimi posti di tutte le classifiche che ci vedono costantemente in retroguardia; desideriamo che le giovani generazioni decidano di rimanere a studiare e vivere in Sicilia, invece che, ormai quasi scontatamente, scegliere di abbandonarla.

Crediamo di condividere, da Siciliani, lo sconforto che ormai da molte settimane siamo costretti a vivere di fronte alle catastrofi abbattutesi sulla nostra isola e verso di cui non è certo incolpevole il disinteresse e la mancanza di cure mostrati negli anni per il territorio ed il suo corretto assetto.

CI CHIEDIAMO quale prospettiva si può immaginare per le professioni intellettuali/tecniche l’istituzione dell’Ufficio Speciale per la progettazione regionale di cui alla Deliberazione n. 426 del 04 novembre u.s..

Avremmo sicuramente apprezzato l’istituzione di un’autorevole “Cabina di regia” in grado di garantire la programmazione, il monitoraggio, il controllo sulle opere pubbliche, specie quelle di carattere strategico e territoriale; invece, restiamo sorpresi e sgomenti sulle intenzioni e le finalità della Deliberazione in questione.

Ci sorprendono alla luce di quanto già fino ad oggi accaduto,

  • forse che ad oggi uffici centrali e periferici sono stati impediti da qualcuno nella loro capacità di programmare e progettare?
  • qualcuno ha impedito loro di rilevare, monitorare le esigenze connesse ai bisogni delle popolazioni ed ai possibili rischi per il territorio?

Siamo certi che le stesse domande stiano alla base della decisione assunta, di adottare l’atto deliberativo ed a cui la Giunta di Governo da Ella presieduta abbia pensato di dovere rispondere come ha fatto.

NOI DISSENTIAMO profondamente sulla soluzione adottata perché riteniamo che sull’argomento gli anni trascorsi, da quando l’affidamento di progettazioni all’esterno della P.A. hanno assunto un carattere autenticamente eccezionale e quanto sia scaturito, debbano essere tenuti in seria considerazione fra tutti: i consueti allarmi lanciati sulla mancanza di progettazioni adeguate ad affrontare piccoli e grandi problemi, il deficit dell’impiego delle risorse comunitarie rispetto a quelle disponibili, la crisi delle imprese del settore ed la drastica diminuzione del numero di addetti.

Si dirà dei costi che le progettazioni esterne comportano, senza avere mai chiarito quanto costino quelle interne e senza avere mai voluto adeguatamente attingere, secondo i modi previsti dalla legge, ai tre livelli di progettazione che, se adeguatamente impiegati, consentirebbero rispetto di tempi e costi.

Si dirà delle lungaggini per l’affidamento dei servizi di progettazione, senza avere mai saputo chiarire perché, se appare scontato affidare i lavori con procedura di gara, lo stesso, con non poca pigrizia mentale, provoca il mal di testa a non pochi pubblici dirigenti.

Noi, dall’altra parte, da tempo ci siamo chiesti, e continueremo a chiederci, con quali attrezzature hardware e software, uffici che lamentano anche la cronica mancanza di carta per le fotocopie, abbiano prodotto progetti; oppure lamentarci che le consulenze necessarie alla redazione di parti specialistiche, di progetti prodotti all’interno degli uffici, altro non siano che incarichi, anche maldestramente, mascherati, spesso ad insospettabili dipartimenti universitari.

Di fatto si concretizza la possibilità che tutte le P.A. dell’Isola ricorrano alla struttura creata permettendo comodi alibi ad ogni Amministrazione, anche a quella che considera più utile spendere in luminarie e fuochi d’artificio, invece che in una “buona progettazione”, in grado di farla competere adeguatamente per il conseguimento di un finanziamento.

E, nell’affollarsi delle richieste - ben 390 Comuni siciliani!, quali criteri si darà la struttura per garantire il rispetto dei tempi e degli obiettivi? E quali tra questi ultimi saranno considerati prioritari? E da chi?

ASSISTIAMO, ancora una volta, alla totale indifferenza che tale istituto possa creare una commistione di ruoli, facendo coincidere il “controllore” e “il “controllato” in seno alle P.A., ricoprendo contemporaneamente il ruolo di progettista, stazione appaltante e, se delegata da altra P.A. anche committenza. Una possibilità che si pone contro ogni logica di “netta” separazione dei ruoli anche ai fini della stra-ricercata “trasparenza”.

CI SGOMENTANO, in ultimo, le considerazioni di stretto interesse di categoria, la libera professione di ingegnere ed architetto, che troppo spesso si dimentica essere anche un’attività economica, ma quale altra attività lavorativa, con analoga determinazione ed immediatezza, si accentra affidandola ad monopolio della P.A.?a quale libera attività economico-professionale viene riservato un simile trattamento?senza alcuna riflessione sulle ricadute occupazionali e sulle conseguenze che, senza alcun dubbio, avrà anche per il mantenimento del livello culturale e di preparazione di una professione che, impoverita, da ogni punto di vista, determinerà anche l’impoverimento del Paese?

Onorevole Presidente, non Le chiediamo di non dovere trarre da quanto recentemente accaduto e, purtroppo, ancora in corso, i necessari insegnamenti e, quindi, concordiamo con la necessità di un profondo cambio di passo, ma RITENIAMO che più grande energia sia necessaria soprattutto nell’ambito della programmazione, del controllo, dell’indirizzo e verso analoghi comportamenti da parte di tutte le Amministrazioni dell’Isola.

Noi ci permettiamo di proporLe una semplice considerazione maturata negli anni in cui i bandi regionali richiedono progetti esecutivi in tempi impossibili da garantire per Comuni che o sfiduciati rinunciano a qualsiasi partecipazione, o cominciano un’avvilente questua di richieste, o si arrangiano risolvendo in qualche modo, ma spesso a danno della qualità del progetto e con qualche opacità nella trasparenza, perdendo di vista l’obiettivo dell’Opera Pubblica:

  • dare la possibilità alle Amministrazioni Locali di affidare i livelli di progettazione successivi al primo già a fronte della garanzia fornita dall’inserimento nei programmi regionali di spesa e che questo possa essere fatto con l’ausilio della progettazione, non superiore al primo livello, quello di Fattibilità Tecnica ed Economica.

Certo, siamo ben consci che questo richiede una “Programmazione” assai tempestiva da parte degli Uffici Regionali.

Con l’auspicio che queste nostre considerazioni possano fornirLe un utile ed ulteriore spunto di riflessione, si coglie l’occasione per chiederLe nel contempo un incontro per esporre le nostre ragioni nel merito.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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