Ritardi pagamenti PA, Ance: 'Ritardi ancora di oltre 4 mesi nell'edilizia'

Il commento dell'Ance alla sentenza che ha condannato l'Italia per i ritardi accumulati dalle p.a. nei pagamenti di lavori, servizi e forniture

30/01/2020

"Giusta la condanna della Corte Ue all’Italia, ancora 6 miliardi da pagare alle imprese edili a corto di liquidità per la grave crisi. Ora adeguarsi agli standard europei".

Lo ha affermato l'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) in seguito alla sentenza 28 gennaio 2020, C-122/18 con la quale la Corte UE ha confermato quel che in Italia tutti conoscono: i ritardi accumulati dalle pubbliche amministrazioni nei pagamenti delle prestazioni di lavori, servizi e forniture con i privati, non rispettando i termini stabiliti all'articolo 4, paragrafi 3 e 4, della direttiva 2011/7/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

Non fa piacere vedere il proprio Paese condannato, per inadempienza rispetto agli obblighi comunitari che impongono il pagamento dei propri debiti commerciali entro massimo 60 giorni, ma era inevitabile - ha affermato il Presidente Ance, Gabriele Buia che, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, ha sottolineato che i ritardi medi nel settore delle costruzioni superano ancora i 4 mesi e mezzo, per un totale di 6 miliardi di arretrati a danno delle imprese - Una situazione inaccettabile soprattutto a fronte della grave crisi che ha investito in questi anni il settore e che ancora comporta una forte restrizione di liquidità a danno delle imprese e quindi dell’intera economia”.

Per questo come Ance - continua il Presidente dei costruttori italiani - siamo stati i primi a denunciare in sede europea questo mal costume italiano e a chiedere un intervento concreto per evitare di far pagare alle imprese e ai cittadini il costo di una crisi tutta finanziaria che è stata poi scaricata sull’economia reale. Qualche segnale c’è stato e i tempi di ritardo si sono ridotti della metà ma si tratta ancora di attese inaccettabili per imprese che spesso devono lottare per la sopravvivenza”.

A questo punto, conclude il Presidente Ance “attendiamo una reazione immediata delle autorità italiane, anche sul tema del subappalto già all’attenzione dell’Ue, per evitare che oltre al danno ci sia pure la beffa di dover pagare una sanzione all’Europa”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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