Sblocca Cantieri e Codice dei contratti, Scicolone (OICE): ‘Chiederemo soppressione dell’incentivo alla progettazione per i tecnici della P.A.’

Le nostre interviste ai principali soggetti che hanno partecipato alle audizioni per la redazione e modifica del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti...

06/05/2019

Le nostre interviste ai principali soggetti che hanno partecipato alle audizioni per la redazione e modifica del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) hanno un minimo comune denominatore: ognuno ha una visione parziale del problema che difficilmente potrà coincidere con quella degli altri.

In riferimento alle ultime modifiche apportate dal D.L. n. 32/2019 (c.d. Decreto Sblocca Cantieri), dopo aver ascoltato la posizione di Raffaele Cantone (ANAC), di Raffaele Zurlo (Gallerie per il Brennero), Rino La Mendola (CNAPP) e Edoardo Bianchi (ANCE), pubblichiamo le risposte del presidente OICEGabriele Scicolone.

1. Partiamo dall'inizio, dalla sua entrata in vigore, il D.Lgs. n. 50/2016 ha necessitato di parecchie modifiche, ultima delle quali quelle dello Sblocca Cantieri che ne stanno rivoluzionando la filosofia stessa. Arrivati a questo, come giudica la riforma del 2016?

Rimaniamo dell'idea che il decreto 50 sia da apprezzare per una serie di disposizioni che hanno tutelato il principio della centralità del progetto esecutivo e della qualità del progetto. Vero è che alcune scelte, come quella della soft law, avevano destato da subito perplessità, ma il decreto 50 a nostro avviso aveva grandi pregi anche su altri punti: la qualificazione delle stazioni appaltanti, poi rimasta inattuata, la disciplina delle commissioni giudicatrici, la spinta all'incentivazione dei tecnici delle PP.AA. sulla gestione delle commesse e non sulla progettazione, l'introduzione di elementi di valutazione del rating degli operatori economici. Certamente non sono mancati i problemi, a partire dall'assenza di una adeguata disciplina transitoria a fronte di alcuni cambiamenti così profondi. Ma il nostro giudizio rimane positivo, tanto che il mercato dei servizi di ingegneria e architettura, in questi ultimi due anni, ne ha anche tratto beneficio.

2. Il decreto Sblocca Cantieri, se confermato dal Parlamento in sede di conversione in Legge, apporterà delle grosse modifiche al Codice dei contratti. C'è chi lo definisce un secondo correttivo dopo il D.Lgs. n. 56/2017. Qual è il suo giudizio complessivo?

Assolutamente d'accordo: quando si toccano 80 disposizioni si tratta di un vero e proprio correttivo e qui siamo alle solite, perché il legislatore non riesce davvero a tenere conto dell'esigenza di certezza e stabilità delle regole, elemento fondamentale anche per attrarre investimenti nel nostro comparto. Purtroppo, in via pragmatica, non ravvediamo nel decreto norme effettivamente tali da “sbloccare cantieri”; vediamo invece tante norme di carattere ordinamentale e molti passi indietro sulla centralità e qualità del progetto.

3. Lo Sblocca Cantieri riunirà le linee guida ANAC vincolanti in un unico "mini regolamento", mentre nulla dice sui decreti che a distanza di 3 anni si attendono per completare la riforma. Il rischio è di continuare ad avere un sistema normativo incompleto. Come pensa si possa risolvere questa problematica?

Un regolamento "unico" come quello previsto lascia in vigore diversi provvedimenti e diverse deleghe, non risolve il problema fondamentale della cogenza delle regole per gli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura e, se non verrà emanato nei tempi previsti, potrebbe anche determinare un buco normativo. C'è molto da lavorare in Parlamento su questi aspetti.

4. Si parla tanto di appalto integrato. Che idea si è fatto sull'argomento?

Argomento complicato per quanto ci riguarda. È chiaro che non possiamo condividere uno strumento che va contro ai principi della centralità del progetto e che tanti effetti collaterali si porta appresso in termini di trasparenza. Purtroppo, ancora si deve prendere atto che, più che intervenire sulle cause della difficoltà di aprire i cantieri, si sceglie la facile strada delle scorciatoie, perché di questo si tratta. È una finestra transitoria; auguriamoci che non produca problematiche maggiori dei benefici attesi. Per quanto riguarda noi progettisti, quantomeno, siamo riusciti ad ottenere il pagamento diretto delle prestazioni professionali da parte delle stazioni appaltanti, minima condizione di garanzia per non rimanere sotto il giogo del pagamento da parte delle imprese, snaturando il nostro ruolo di parte terza rispetto alle imprese stesse.

5. Parliamo di qualificazione delle stazioni appaltanti. Da oltre un anno si parla di una bozza di DPCM che secondo molti prevede requisiti eccessivamente onerosi soprattutto per i piccoli Enti che saranno costretti ad aggregazioni o a delegare alle centrali di committenza con aggravio dei costi. Il DPCM rappresenta una vera e propria chiave di volta per il completamento della riforma degli appalti. Qual è il Suo punto di vista in merito?

Come detto è uno dei punti fondamentali del decreto 50 e d è stato veramente un delitto non portare a termine il DPCM; è chiaro che le resistenze erano tante, ma si doveva fare di più e avere più coraggio. Se non si capisce che occorre un forte intervento di riduzione delle stazioni appaltanti e una conseguente qualificazione delle stesse i problemi del nostro settore non si risolveranno mai.

6. È stata confermata l'eliminazione degli incentivi ai tecnici della P.A. per le attività di programmazione e previsto che gli stessi siano conferiti per le attività di progettazione. È una problematica che negli anni è stata modificata più volte, qual è il Suo punto di vista in merito?

È senza dubbio la peggiore norma di tutto il decreto-legge. Il compito principale della P.A. in una concezione moderna deve essere quello di programmare e controllare, non quello di progettare.
Progettare, al giorno d’oggi, significa essere costantemente aggiornati sulle nuove tecnologie (vedasi il BIM o l’IPD); non crediamo che il pubblico dipendente, che deve già svolgere le attività di istituto, possa ragionevolmente essere anche un buon progettista, all’altezza dei progettisti di professione e delle società che fanno della progettazione il proprio scopo unico e che si confrontano con i mercati esteri.
È, quindi, a nostro avviso, una visione retrograda, che non può portare ad alcun giovamento per il settore.
Tra l’altro il ritorno all’incentivazione della fase di progettazione comporterebbe la riattivazione di pratiche poco trasparenti e al limite della legalità che troppo spesso si sono viste in passato.
In termini generali non si comprende poi per quali ragioni i pubblici dipendenti, che già sono remunerati per lo svolgimento delle loro attività di istituto, debbano anche essere incentivati.
Chiederemo senza meno la soppressione di questa misura, perché oltretutto deprimerebbe la ripresa del mercato dell’ingegneria e architettura con nocumento incalcolabile soprattutto per i giovani professionisti e per i piccoli studi professionali.
Molto più efficace sarebbe invece, incentivare i tecnici delle P.A. per promuovere l’efficienza delle fasi di controllo dell’iter di realizzazione delle opere pubbliche. In pratica dare dei “bonus” ai tecnici, soprattutto a quelli che assumono i ruoli di RUP, nel caso in cui le opere alle quali sopraintendono si concludano nei tempi e nei costi previsti.
Allora sì che l’incentivo assumerebbe un ruolo positivo, accelerante delle procedure, virtuoso; insomma, soldi ben spesi!

7. Con le modifiche dell'art. 36 vengono modificate le procedure di aggiudicazione degli appalti sottosoglia, previsto il ritorno del criterio del minor prezzo ovvero ed eliminato il tetto del 30% per il punteggio economico nel criterio di aggiudicazione dell’Offerta economicamente più vantaggiosa. Cosa ne pensa di queste modifiche?

L'eliminazione del tetto del 30%, in particolare, ci sembra veramente assurda almeno per il nostro settore dove l'aspetto qualitativo è sempre preponderante; anche in questo caso chiederemo il ripristino del tetto che a nostro parere per il nostro settore di attività dovrebbe essere fissato al 20%.
Ed, anche qui, ci chiediamo cosa significhi questa misura in termini di “sblocco dei cantieri”.

8. Con la pubblicazione dello Sblocca Cantieri termina la fase 1 della contro riforma del Codice dei contratti. La fase 2 prevede la definizione di una legge delega con la quale potrà essere prevista anche una totale riscrittura del Codice. Crede sia davvero indispensabile una nuova riforma o si può agire puntualmente sui contenuti dell'attuale impianto normativo? e in quest'ultimo caso quali sono le criticità maggiori che andrebbero risolte?

Qui si possono fare riforme, contro-riforme e contro-contro-riforme, facendo passare i decenni senza veramente risolvere nulla.
Crediamo con il Codice non sia il problema; più lo è stato la farraginosità nell’emissione dei decreti e degli attuativi. Più utile sarebbe stata una moratoria per chiudere la normazione delle linee guida in un tempo stabilito (un anno, ad esempio), ed il ritorno rapido al binomio codice - regolamento, accorpando il tutto in un vero, unico, regolamento, come era ai tempi del codice De Lise.

9. State già lavorando a delle proposte di emendamento per la conversione in legge dello Sblocca Cantieri? Se sì, quali sono le problematiche che proverete a risolvere?

Oltre a quanto le ho già detto (eliminazione incentivo del 2% per la progettazione e della finestra sull'appalto integrato) siamo dell'idea che si debba intervenire sui tempi di aggiudicazione delle gare, lasciati troppo alla libertà delle stazioni appaltanti, così come sulle referenze che andrebbero portate a 15 anni, come per le imprese; chiederemo maggiore certezza sull'applicazione del decreto parametri e di rendere vincolante la definizione di un punteggio soglia tecnico prima dell'apertura delle buste economiche.

10. Nelle more della legge delega, pensa che il Governo dovrebbe intervenire con nuove modifiche al Codice dei contratti? Se sì, quali?

A nostro avviso bisognava intervenire con poche e mirate norme evitando un nuovo correttivo.

Ringrazio il Presidente Scicolone per il prezioso contributo e lascio come sempre a voi ogni commento.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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