Sostenibilità energetico e ambientale degli edifici: approvato il Protocollo ITACA 2011

Lo scorso 21 aprile il Consiglio Direttivo di ITACA (Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) ha approvato il Pr...

29/04/2011
Lo scorso 21 aprile il Consiglio Direttivo di ITACA (Istituto per l'Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) ha approvato il Protocollo ITACA Nazionale 2011 per la valutazione della sostenibilità energetico e ambientale degli edifici residenziali e commerciali e adottato uno schema di Protocollo d'Intesa con ACCREDIA (organismo nazionale autorizzato a svolgere attività di accreditamento, in attuazione del Regolamento CE n.765/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 09/07/2008) in materia di edilizia sostenibile e qualificazione degli appalti pubblici. Tale protocollo d'intesa sarà trasmesso alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per la definitiva approvazione.

Il Protocollo ITACA Nazionale 2011 porta a compimento un lavoro durato quasi un anno del GdL per l'Edilizia Sostenibile, con il supporto tecnico qualificato di ITC-CNR e iiSBE Italia. Mentre lo schema di Protocollo d'intesa con ACCREDIA ha come obiettivo quello di realizzare, all'interno di un quadro nazionale, un sistema di accreditamento e certificazione per la piena applicazione del "Protocollo ITACA", a sostegno di politiche regionali mirate alla sostenibilità ambientale. L'accordo tratta anche il tema della qualificazione degli appalti pubblici.

La nuova versione del Protocollo ITACA è stata realizzata inserendo tutte le osservazioni tecniche da parte delle associazioni nazionali, degli operatori economici, sia del settore imprenditoriale che della produzione, e degli ordini professionali. La principale novità rispetto alla precedente edizione riguarda l'uscita, oltre che del Protocollo per Edifici Residenziali, anche del Protocollo per Uffici, in linea con la direttiva comunitaria 2010/31/CE che prevede per il 2020 consumo quasi "zero" per gli edifici pubblici. A questo si aggiungerà a breve, così come ha richiesto il Consiglio Direttivo Itaca, strumenti di valutazione per scuole, aree industriali ed edifici commerciali.

La struttura dei protocolli residenziale e terziario è di base la medesima, in modo tale da avere standard declinati solo in termini di indicatori e scale di prestazione, ma tecnicamente armonizzati in modo da facilitarne l'apprendimento e l'applicazione.

Il Protocollo per Uffici contiene delle tematiche di valutazione (secondo lo schema già proposto per il protocollo residenziale ma con diversi parametri di calcolo e scale di prestazione per l'attribuzione dei punteggi) oltre ad alcuni criteri specifici quali il Building Automation sia per le nuove costruzioni che per gli interventi di recupero edilizio attraverso un'apposita tabella che indica per ciascun criterio a quale tipo di Protocollo fare riferimento.

Il protocollo è stato aggiornato ai sensi delle norme UNI 11300 e delle "Linee Guida nazionali per la certificazione energetica" e sono stati modificati gli indicatori relativi ai materiali da costruzione, alla qualità del servizio e alla qualità del sito, grazie alla sperimentazione in diverse regioni nell'ambito di programmi di incentivazione rivolto al social housing (Programma Casa) e all'edilizia privata (Piano Casa).

Nel Protocollo ITACA 2011 è inoltre prevista un'articolazione del punteggio di valutazione secondo tre valori. E' presente un punteggio relativo alla qualità della localizzazione, che prescinde dalle scelte progettuali, e uno relativo alla qualità della costruzione. La combinazione dei due punteggi esprime quello complessivo della costruzione.

Si è inoltre ritenuto opportuno sviluppare una unica versione di Protocollo ITACA, addivenendo a una sintesi tra il Protocollo sintetico e quello completo 2009. Ciò al fine di proporre un riferimento unico in modo da facilitare un allineamento dei protocolli a livello regionale attualmente molto eterogenei. Il Protocollo ITACA 2011 prevede 34 criteri (tematiche di valutazione) rispetto ai 49 del 2009, dimensione di strumento bilanciata per coniugare l'esigenza di una agile applicazione con il valore scientifico della valutazione.

A cura di Gabriele Bivona
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