Terremoto centro-Italia: il CNAPPC scrive al Commissario Straordinario Errani

Nuove crepe all'interno della Rete delle Professioni Tecniche (RPT). Non piace al Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC) il protocollo d'intesa sottos...

23/12/2016

Nuove crepe all'interno della Rete delle Professioni Tecniche (RPT). Non piace al Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC) il protocollo d'intesa sottoscritto dalla RPT con il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione.

"E' gravissimo che il Protocollo d'intesa per la definizione dei criteri generali e dei requisiti minimi di accesso per l'iscrizione nell'elenco speciale dei professionisti abilitati - sottoscritto dal Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche con il Commissario Straordinario del Governo per la ricostruzione - aggiri i principi delle trasparenza, di matrice comunitaria ed italiana, omettendo ed eludendo criteri certi ed espliciti finalizzati ad evitare l'accaparramento di clientela da parte di professionisti incaricati per attività di ricostruzione".

Queste le parole del Presidente del CNAPPC, Giuseppe Cappochin, affidate ad una lettera inviata al Commissario Straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, in cui si è spiegato il motivo della rinuncia ad aderire al protocollo d'intesa.

"Sorprende - continua il Presidente Cappochin - che venga di fatto ignorato quello che è accaduto, ad esempio, all'Aquila in occasione del terremoto del 2009, dove, come riportato in questi giorni da un importante quotidiano nazionale, un solo ingegnere ha collezionato 428 incarichi da privati e sei professionisti ne hanno complessivamente acquisiti ben 1685, senza contare poi analoghe situazioni avvenute dopo il sisma dell'Emilia Romagna. Così come è stato ignorato quanto deciso - e sottoscritto - nel corso degli incontri tra il Commissario straordinario e la Rete delle Professioni Tecniche proprio in merito ai criteri finalizzati ad evitare la concentrazione degli incarichi professionali con la indicazione, peraltro, che tali criteri venissero recepiti dagli Ordini professionali come raccomandazione deontologica di comportamento dei professionisti stessi".

L'accusa del Presidente Cappochin è che, nonostante il criterio istitutivo dell'art. 34 del D.L. n. 189/2016 è quello di "massima trasparenza nel conferimento degli incarichi di progettazione e direzione dei lavori", il protocollo sottoscritto aggirerebbe i principi della trasparenza, di matrice comunitaria ed italiana, omettendo ed eludendo criteri certi ed espliciti finalizzati ad evitare l'accaparramento di clientela da parte di professionisti incaricati per attività di ricostruzione.

Secondo Cappochini, nel Protocollo non viene "previsto il principio della obbligatorietà della qualifica professionale, aspetto imprescindibile per lo svolgimento di prestazioni in area sismica, né criteri che prevedono, a fronte dell'iscrizione all'elenco speciale, il possesso di apposita formazione professionale" tenuto conto che "le responsabilità legate al compito di decidere della agibilità e della ricostruzione, e dunque del normale uso, di un edificio potenzialmente soggetto a scosse sismiche nel breve periodo o che ha subito eventi sismici, sono collegate a ben specifiche competenze tecniche e professionali".

"Poiché con il Protocollo - continua il Presidente del CNAPPC - si assumono precisi impegni nei confronti del sistema ordinistico e dei singoli iscritti ed a tutela dell'interesse pubblico connesso all'esercizio della professione, il Consiglio Nazionale non ha ritenuto di effettuare una mera adesione ad un testo preconfezionato, per il quale non vi è stato alcun confronto, e manifestamente in contrasto rispetto a irrinunciabili, quantomeno per gli architetti, principi fondamentali di trasparenza a tutela del divieto di accaparramento".

"Appare infatti contrario ai criteri istitutivi di un Consiglio Nazionale, ente vigilato dal Ministero della Giustizia - conclude Cappochin - aderire ad obblighi e prescrizioni specifiche non condivise o concordate e che impegnano direttamente una categoria, nel rispetto dei criteri di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle prestazioni professionali".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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