Affidamenti in-house, gli obblighi della Stazione Appaltante verso ANAC

Il parere del Consiglio di Stato sul regime di trasparenza di cui al d.lgs. n. 33/2013 e sull'assoggettamento agli obblighi contributivi

di Redazione tecnica - 13/07/2022

In caso di affidamento in house, come devono comportarsi nei confronti di ANAC le Stazioni Appaltanti in riferimento alla tracciabilità dei flussi finanziari e all’assoggettamento all’obbligo contributivo di cui all’art. 1, comma 67, della legge n. 266/2005? Si tratta di due quesiti posti dall’Autorità Anticorruzione a cui ha risposto il Consiglio di Stato, con il parere n. 1142/2022.

Tracciabilità flussi finanziari per affidamenti a società in house: il primo quesito di ANAC

Con il primo quesito, ANAC chiede se sia possibile “chiedere alle amministrazioni aggiudicatrici e agli enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti a proprie società in house di cui all’articolo 5 del codice dei contratti pubblici la trasmissione delle informazioni ritenute necessarie allo svolgimento dell’attività di vigilanza mediante imposizione dell’obbligo di acquisizione del CIG e di compilazione delle schede SIMOG appositamente adattate allo scopo, oppure, per gli affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro, mediante acquisizione del CIG con modalità semplificate (smartCIG)".

Sul punto, il Collegio ha fornito una risposta negativa, confermando il parere del MIMS per cui “il codice identificativo di gara (CIG), introdotto dalla normativa antimafia (articolo 3, comma 5, della legge 13 agosto 2010, n. 136, come modificato dal decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2010, n. 217) allo specifico fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari in relazione ai pagamenti effettuati dalle Amministrazioni pubbliche in favore di soggetti privati, mal si attaglierebbe al caso degli affidamenti in house, nei quali tale finalità non sembrerebbe sussistere”. Secondo Palazzo Spada, il codice identificativo di gara è per definizione riferito allo svolgimento di procedure di gara, presupposto, questo, evidentemente insussistente nel caso di affidamento diretto in house.

Obbligo contributivo delle società in house verso ANAC

In riferimento al secondo quesito, l’Autorità ha chiesto conferma “della legittimità di una previsione che assoggetti all’obbligo contributivo gli affidamenti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori a proprie società in house, introducendo, di fatto, un trattamento differenziato e peggiorativo rispetto a fattispecie contrattuali analoghe in ragione della particolare attività di vigilanza richiesta all’Autorità nel caso concreto”.

In questo caso il Collegio non ha confermato le considerazioni del MIMS, relativamente a un’asserita assenza di un “mercato di competenza”, con riferimento agli affidamenti in house, presupposto che sarebbe richiesto dalla lettera del comma 65 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, in base al quale “le spese di funzionamento ... dell'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici ... sono finanziate dal mercato di competenza, per la parte non coperta da finanziamento a carico del bilancio dello Stato, secondo modalità previste dalla normativa vigente ed entità di contribuzione determinate con propria deliberazione da ciascuna Autorità, nel rispetto dei limiti massimi previsti per legge, versate direttamente alle medesime Autorità”.

Sul punto, Palazzo Spada ha ricordato che l’art. 1, comma 67, della legge n. 266/2005 con previsione integrativa speciale, riferita specificamente all’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici (oggi ANAC) prevede che “L'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, cui è riconosciuta autonomia organizzativa e finanziaria, ai fini della copertura dei costi relativi al proprio funzionamento di cui al comma 65 determina annualmente l'ammontare delle contribuzioni ad essa dovute dai soggetti, pubblici e privati, sottoposti alla sua vigilanza, nonché le relative modalità di riscossione, ivi compreso l'obbligo di versamento del contributo da parte degli operatori economici quale condizione di ammissibilità dell'offerta nell'ambito delle procedure finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche”.

La nozione di “mercato di competenza” dell’ANAC, cui fa riferimento il comma 65, viene, quindi, specificata, ai fini in esame, dal successivo comma 67, identificandola, a tali fini, nell’ambito di attività dei “soggetti, pubblici e privati, sottoposti alla sua vigilanza”.

Nell’ambito di questi poteri, riconosciuti dalla legge, la Sezione ritiene quindi che l’ANAC possa assoggettare all’obbligo contributivo gli affidamenti delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori a proprie società in house, non potendo in senso contrario valere l’obiezione in punto di potenziale aggravio dei bilanci delle amministrazioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori, dovendo evidentemente la provvista economico-finanziaria seguire il comando giuridico della legge e non precluderne l’efficacia.

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