Cessione del credito, le banche chiedono un cambio di rotta

In un comunicato, il Presidente di ABI sottolinea le difficoltà degli istituti di credito nel gestire la capienza fiscale dei bonus edilizi

di Redazione tecnica - 23/06/2022

Non solo contribuenti e imprese. Anche nel mondo degli istituti bancari la richiesta di ulteriori modifiche all’attuale meccanismo della cessione dei crediti è diventata prioritaria. Lo dimostra il comunicato di Antonio Patuelli, presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) con il quale ha risposto alla lettera del Presidente di Confartigianato, Marco Granelli.

Cessione del credito, le banche chiedono una soluzione

Granelli ha sottolineato come i continui cambiamenti delle regole abbiano reso estremamente prudente l’atteggiamento degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti, molti dei quali adesso hanno chiuso gli acquisti per raggiunta capacità fiscale, con il risultato che le imprese non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi.

Patuelli ha condiviso le parole e i punti di criticità segnalati da Granelli, sottolineando la massima attenzione dell’ABI sulla questione, con l'obiettivo di individuare possibili soluzioni da suggerire al Governo.

Non solo: il presidente di ABI ricorda come la stessa Associazione abbia segnalato da tempo alle Istituzioni le implicazioni per il mercato dei crediti di imposta della stretta normativa del novembre 2021, “che ha ridisegnato totalmente i confini dell’istituto, con la fissazione di un numero massimo di cessioni e la forte limitazione dei potenziali acquirenti”.

Di fatto, l'instabilità del quadro normativo, unita al massiccio ricorso al meccanismo della cessione del credito da parte del mercato composto da famiglie e imprese, hanno generato una miscela esplosiva, con problemi enormi per le banche di sostenibilità di tali operazioni in termini di capienza fiscale.

La proposta di ABI

Proprio per questo Patuelli suggerisce che occorre valutare insieme la portata delle novità normative introdotte e gli effetti da esse derivanti sul mercato dei crediti fiscali, verificando in particolare l’effettiva presenza e disponibilità di compratori esterni al settore bancario. In questo modo sarà possibile comprendere se siano necessarie ulteriori modifiche, tenuto conto della parallela (e non meno importante) esigenza di garantire quanto più possibile che tali iniziative vengano assunte in maniera attenta, puntuale e sistematica. Conclude Patuelli: “la continua sovrapposizione normativa non giova al mercato che, invece, necessita di regole certe e stabili.”

 

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