Comunità Energetiche Rinnovabili: fare luce sul Decreto CER

Regole e tempi di approvazione, beneficiari dei contributi, impianti già in esercizio: tutti i punti irrisolti del nuovo Decreto del MASE

di Redazione tecnica - 30/01/2024

È stata salutata con entusiasmo l’approvazione del Decreto del MASE sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (c.d. “Decreto CER”), ma tra gli addetti ai lavori sono stati messi in evidenza alcuni problemi non da poco sull’operatività, sulla situazione degli impianti già esistenti e sulla spendibilità delle risorse messe a disposizione.

Decreto CER: tutti i nodi da risolvere

Primo problema, l’operatività delle norme. Di fatto ci vorranno ancora almeno due mesi e mezzo per l’avvio vero e proprio del progetto: potranno passare fino a 30 giorni dall’entrata in vigore, per la pubblicazione in un nuovo decreto del MASE delle regole per l’accesso alla tariffa incentivante o ai finanziamenti a fondo perduto, che dovranno essere proposte dal GSE e verificate da ARERA. Dopo questo Decreto, ci sarà ancora un termine massimo di 45 giorni entro cui il GSE potrà predisporre la piattaforma operativa per la presentazione delle istanze.

Il problema degli impianti già in esercizio 

Altro problema non da poco, sollevato dall'Associazione Italia Solare è l’applicazione delle previsioni del decreto a impianti già in esercizio. Secondo il provvedimento del MASE, gli impianti a fonte rinnovabile che voglionono aderire a una CER possono entrare in esercizio solo dopo la costituzione della comunità energetica.  La conseguenza potrebbe essere quindi che gli impianti avviati dal 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del d.Lgs. n. 199/2021) fino ad oggi potrebbero non essere nelle condizioni di aderire a una CER, nonostante in molti abbiano attivato gli impianti e pensato di costituire la Comunità Energetica una volta che il Decreto fosse stato in vigore.

La speranza è quindi che le regole tecniche elaborate dal GSE portino a una soluzione e che nel decreto attuativo del MASE si specifichi che questa nuova disposizione valga per tutti gli impianti che entreranno in esercizio dopo la pubblicazione del decreto, prevedendo una deroga per quelli avviati dal 16 dicembre 2021 in poi.

I destinatari dei contributi PNRR

Infine, un’altra difficoltà risiede nell’accesso ai contributi a fondo perduto, risorse che arrivano dal PNRR e che quindi dovranno essere utilizzate entro il 30 giugno 2026. I contributi sono destinati a CER nei Comuni sotto i cinquemila abitanti, ma c’è un dubbio abbastanza importante sui beneficiari: nel decreto, sembra che l’investimento sia a carico delle comunità mentre nelle FAQ del MASE si parla di contributo spettante a chi sostiene l’investimento. Secondo Italia Solare, considerato che il restante 60% è a carico di chi costituisce e costruisce la CER, sarebbe preferibile questa seconda ipotesi, perché affidare a una comunità il compito di reperire la somma potrebbe allungare di molto i tempi nella richiesta di accesso al credito, rispetto al potere economico (e anche contrattuale) posseduto da un’azienda.

Si attendono quindi con impazienza gli sviluppi operativi, fermo restando che mancano poco più di due anni alla scadenza per l’utilizzo delle risorse e che quindi occorre fare presto.

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