Concorsi di progettazione, la petizione In/Arch

Il recente concorso PNRR “Futura” è spunto di riflessione per chiedere un profondo cambiamento sul modo di gestire i concorsi di progettazione delle opere pubbliche nel nostro Paese

di Redazione tecnica - 16/09/2022

Mentre da più parti il Concorso PNRR “Futura” per la progettazione di 212 scuole è stato accolto con entusiamo, c’è chi esprime perplessità sul suo svolgimento e lo considera spunto per un’importante riflessione - e revisione - sulla gestione dei concorsi di progettazione di opere pubbliche in Italia.

Concorsi di progettazione, l'appello di In/Arch su cambio modalità

Nello specifico, il bando è stato l’occasione per In/Arch per ribadire come attualmente nei concorsi di progettazione la qualità del progetto sia stata messa da parte. In particolare, il Concorso “Futura” prresenta due aspetti particolarmente problematici:

  • l’accorpamento innaturale di ben 212 scuole, piccole opere, che dovrebbero essere invece oggetto di singole procedure di concorso di progettazione e relativo appalto di realizzazione;
  • la richiesta, ai progettisti vincitori per ciascun singolo istituto, di pre/post requisiti di tipo economico e imprenditoriale, come fatturato, lavori di punta, lavori analoghi, fideiussioni assicurative, ecc. e l'obbligo, in mancanza degli stessi, di ricorrere all'istituto dell'avvalimento.

Secondo In/Arch è sconcertante che, mentre si ammettono tutti i progettisti (architetti e ingegneri) a partecipare alla competizione, si pretenda - contrariamente a quanto accade nei concorsi di progettazione banditi in tutti i Paesi europei - di sottoporre i vincitori ad una sorta di tutela a garanzia di una ipotetica capacità finanziario-organizzativa necessaria per condurre in porto l’incarico. In sostanza si tratta di un "appalto di servizi mascherato da concorso".

Il ruolo della progettazione

E ribadisce il ruolo centrale della qualità dell’Architettura, che si persegue “con concorsi che pongono al centro della procedura il confronto tra scelte progettuali alternative e non fatturati o dimensioni dello studio professionale”.

Il richiamo di In/Arch va a molti importanti progetti nella storia dell’Architettura moderna e contemporanea, tra i quali il Sanatorio di Paimio di Aino Maria e Alvar Aalto, il Centre Pompidou di Renzo Piano e Richard Rogers, realizzati grazie a concorsi che hanno saputo premiare la qualità dei progetti, seppur redatti da progettisti poco più che trentenni, senza dover declinare fatturati, "solidità finanziarie" o esperienze precedenti sugli stessi temi progettuali.

Proprio per questo In/Arch ha lanciato un appello per rimettere al centro dei concorsi la qualità della progettazione e per una revisione delle regole del Codice degli Appalti in materia di affidamento.

In particolare, la petizione di In/Arch propone che:

  • le opere pubbliche sotto soglia comunitaria vengano sottoposte sempre dalla Pubbliche Amministrazioni a liberi concorsi di progettazione e non a gare d’appalto di servizi. Restando all’esempio del concorso Futura, una scuola deve essere oggetto di un singolo concorso di progettazione, senza prerequisiti che non siano la laurea e l'abilitazione professionale, e tantopiù senza obblighi di avvalimento;
  • la Direzione dei lavori va affidata prioritariamente al progettista, reintroducendo nei cantieri il sano contraddittorio tra la Direzione dei lavori, rappresentante della committenza e naturale responsabile della fedeltà dell’edificio realizzato al progetto architettonico, e l'Impresa appaltatrice, ovvero la dinamica dalla quale è sempre scaturita la qualità dell'architettura, evitando commistioni improprie tra progettista ed impresa esecutrice del tipo Concessione o Global Service.

 

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