Decreto Superbonus: 2 problemi irrisolti del comparto

Dopo la pubblicazione del Decreto Legge n. 212/2023 (Decreto Superbonus), restano ancora alcuni problemi che si paleseranno a partire dall’1 gennaio 2024

di Gianluca Oreto - 30/12/2023

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 (Decreto Superbonus) è ormai chiaro il futuro dei bonus edilizi. Dall’1 gennaio 2024 l’aliquota del superbonus diminuirà per i principali soggetti beneficiari al 70%, per poi attestarsi al 65% nell’ultimo anno (2025); il bonus barriere architettoniche è stato depotenziato e limitato per gli ultimi due anni di utilizzo (2024-25); ai bonus “minori” resta l’ultimo anno di utilizzo senza che la Legge di Bilancio 2023 abbia previsto altre proroghe (poi resterà il bonus casa 36% con limite di spesa di 48.000 euro).

La ratio del Decreto Superbonus

Il Decreto Legge n. 212/2023 nasce dopo mesi di colloqui, confronti e richieste del comparto delle costruzioni che avrebbero voluto solo completare i cantieri avviati e rimasti sospesi a causa del blocco della cessione del credito.

Nulla di tutto questo è stato realizzato e, a parte una inutile panacea che farà più bene ai cessionari che ad altri, restano parecchi problemi da risolvere e che certamente saranno la causa di contenzioni tra privati e con l’Agenzia delle Entrate.

Erano due le proposte sul tavole. Entrambe con motivazioni e risultati differenti:

  • con la prima si chiedeva la possibilità di un SAL straordinario inferiore al 30% per utilizzare le opzioni alternative sugli interventi realizzati nel 2023;
  • la seconda, più difficile considerato il punto di vista del Governo su questa misura, voleva almeno 3/6 mesi per concludere i lavori che al 31 dicembre 2023 avevano completato il 60/70% dell’intervento complessivo, continuando ad utilizzare l’aliquota del 110%.
© Riproduzione riservata