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Istat e Indici prezzi al consumo giugno 2021: + 0,1% rispetto al mese precedente

di Redazione tecnica - 22/07/2021

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Giugno 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di giugno 2021 ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua (come nel mese precedente) confermando la stima preliminare.

A giugno, l’inflazione è sostenuta ancora prevalentemente dai prezzi dei Beni energetici, regolamentati e non. Alcuni segnali di lieve ripresa si manifestano però anche in altri comparti merceologici, con i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona che tornano a crescere e con quelli degli Alimentari lavorati che attenuano il calo registrato nel mese precedente: solo l’ulteriore flessione dei prezzi sia dei Servizi relativi ai trasporti (con quelli del Trasporto aereo ancora in forte calo) sia degli Alimentari non lavorati (principalmente della Frutta fresca) ne contengono gli effetti, confermando la crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo già registrata a maggio.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Giugno 2021 ed il 14 Luglio 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +1,849707%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,1% su base mensile e dell'1,3% su base annua      

Nel mese di giugno, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’inflazione continua a essere dovuta soprattutto alla crescita sostenuta dei prezzi dei Beni energetici (che accelerano lievemente da +13,8% di maggio a +14,1%) sia della componente regolamentata (da +16,8% a +16,9%) sia di quella non regolamentata (da +12,6% a +12,8%). Sono poi da segnalare, da un lato, la ripresa della crescita dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da una variazione tendenziale nulla a +1,0%) e l’attenuarsi della flessione di quelli degli Alimentari lavorati (da -1,1% a -0,4%), e dall’altro i cali più marcati dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da -0,4% a -1,1%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,2% a -1,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +0,2% di maggio a +0,3%.

Il lieve aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Beni energetici non regolamentati e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7% per entrambi), solo in parte compensata dalla flessione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,3%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (-0,5%).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,3% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una flessione meno ampia (da -0,9% a -0,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,4% a +1,6%).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,3% su base annua (da +1,2% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,4% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime nel mese di giugno e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 24 e 25.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1.050% e l'indice biennale al +0,825%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di giugno 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa, Trasporti (+0,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%), Servizi sanitari e spese per la salute (+0,2%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,2%), Altri beni e servizi (+0,1%),

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Istruzione, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Abbigliameno e calzature.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazioni (-1,0%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,2%).

Variazioni tendenziali

L'Istat spiega che, nel mese di giugno2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+5,9%), Traporti (+4,5%), Altri beni e servizi (+1,0%), Servizi sanitari e spese per la salute (+1,1%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,9%), Abbigliameno e calzature (+0,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,5%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,7%), Comunicazione (-2,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,1%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+2,3%), Catania (+2,1%), Catanzaro (+2,0%), Reggio Emilia e Trento (+1,9% per entrambe), Bari (+1,8%),  Modena, Palermo  e Potenza (+1,7% per tutte e tre), Bologna e Reggio Calabria (+1,6% per entrambe), Cagliari, Campobasso, Messina, Padova e  Parma (+1,5 per tutte e cinque), Aosta, Genova, Perugia  e Trieste (+1,4% per tutte e quattro), Livorno e Napoli (+1,3% per entrambe), Ravenna (+1,1%), Milano (+1.0%), Ancona, Roma e Verona (+0,9% per tutte e tre), Torino e Venezia (+0,8% per entrambe), Brescia (+0,5%), Firenze e (+0,3%),.

I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Agosto 2021

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