Digitalizzazione dei contratti e obblighi di approvvigionamento: cosa cambia per beni e servizi informatici?
Il Supporto Giuridico del entra nel merito dell’obbligo di utilizzo esclusivo degli strumenti Consip per l'acquisto di beni e servizi informatici, anche alla luce della digitalizzazione introdotta dal nuovo Codice dei contratti
È ancora obbligatorio acquistare beni e servizi informatici esclusivamente tramite Consip e soggetti aggregatori? In che misura la digitalizzazione introdotta dal D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti) incide sulle modalità di approvvigionamento digitale della pubblica amministrazione?
A fornire una risposta chiara è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), con il parere del 13 maggio 2025, n. 3424, che affronta una questione centrale per le stazioni appaltanti alla luce dell’evoluzione normativa in materia di digitalizzazione e razionalizzazione della spesa pubblica.
Il quesito: tra spending review e nuovo Codice appalti
Il dubbio nasce da un apparente conflitto normativo:
- da un lato, l’art. 1, comma 512 della Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016), che impone alle Pubbliche Amministrazioni l’obbligo di ricorrere agli strumenti di acquisto e negoziazione di Consip S.p.A. o dei Soggetti Aggregatori per beni e servizi informatici;
- dall’altro, il nuovo Codice dei contratti pubblici, che ha sancito il principio della digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici, favorendo l’adozione di piattaforme digitali certificate.
La domanda posta al MIT è dunque chiara: alla luce del nuovo contesto normativo, è ancora necessario utilizzare esclusivamente le piattaforme Consip (come il MePA), oppure è possibile ricorrere ad altre piattaforme di e-procurement, purché certificate?
IL NOTIZIOMETRO