Superbonus: nel 2024-2025 i crediti tornano non pagabili

Nella NADEF anticipata la riclassificazione dei crediti edilizi maturati dagli interventi di superbonus per il biennio 2024-2025

di Gianluca Oreto - 07/10/2023

Chi ha avuto modo di seguire l'evoluzione normativa del superbonus e del meccanismo di cessione del credito (artt. 119 e 121 del D.L. n. 34/2020, c.d. Decreto Rilancio) ricorderà senz'altro l'impasse relativa alla classificazione dei crediti tra "pagabili" e non "pagabili".

La classificazione del superbonus

Una problematica nata a giugno 2021, che è andata avanti fino all’aggiornamento da parte di Eurostat del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD), a cui è seguita riclassificazione dei crediti da superbonus e bonus facciate operata da ISTAT per il biennio 2020-2022.

Ricordiamo che la problematica (di natura prettamente contabile) riguardava la classificazione di questi crediti e il loro impatto sul Bilancio dello Stato (non sul deficit). Secondo l'ultima versione del manuale europeo (par. 2.2.2.4.2., pag. 85) i crediti continuano ad essere suddivisi tra:

  • non pagabili ovvero quelli limitati all'ammontare dell’imposta dovuta. Tutti gli importi del credito d’imposta che superano la passività del contribuente nel periodo in le forze sono persi;
  • pagabili ovvero quelli per cui una l’intero importo del credito d'imposta viene comunque corrisposto al beneficiario, comportando il pagamento dell'eccedenza quando lo sgravio fiscale è superiore all’imposta dovuta. In un sistema di crediti d'imposta pagabili, gli obblighi di pagamento vengono concessi indipendentemente dall'entità del debito fiscale e per questo motivo sono passività pubbliche non contingenti ma rappresentano un obbligo attuale (da contabilizzare per intero nel Bilancio in cui si matura il diritto al loro utilizzo).

La differenza contabile è enorme per il bilancio dello Stato perché:

  • nel primo caso i credito va contabilizzato negli anni del suo utilizzo;
  • nel secondo, invece, va calato tutto sul Bilancio nell'anno in cui si matura il diritto alla detrazione.

I crediti borderline

Con l'avvento del superbonus e del meccanismo di cessione dei crediti, su spinta Italiana, Eurostat ha provveduto a definire una nuova categoria di crediti "borderline" sulla cui classificazione andrebbe considerata la probabilità che gli stessi possano essere utilizzati interamente da parte del contribuente o andare persi. Una probabilità che dipende da tre caratteristiche:

  • la trasferibilità a terzi;
  • l'utilizzo differito nel tempo;
  • l'utilizzo in compensazione con altri debiti fiscali e contributivi.

Queste considerazioni hanno dapprima portato ISTAT ad una riclassificazione del bonus facciate e del superbonus come crediti pagabili per il biennio 2020-2022 e poi ad una richiesta ad Eurostat su cosa fare per il 2023, in considerazione del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni) che, fatta qualche eccezione, ha abolito l'utilizzo di qualsiasi forma alternativa alla detrazione diretta.

La risposta di Eurostat e le previsioni della NADEF

La risposta di Eurostat è stata chiara "Tenuto conto degli elementi sopra indicati, Eurostat ritiene che il Superbonus modificato dal Decreto Legge 16 febbraio 2023, n.11 convertito in Legge 11 aprile 2023, n.38, conseguito nel 2023, è per il momento registrato nei conti pubblici come credito d'imposta pagabile nel 2023". Una affermazione frutto del presupposto che secondo Eurostat gli importi dei crediti d'imposta che alla fine andranno perduti sono trascurabili per il triennio 2020-2023.

Anche per il 2023, dunque, il superbonus viene considerato un credito pagabile. Per quanto riguarda il futuro, Eurostat ha chiesto ad ISTAT un riesame entro la fine del primo semestre 2024, tenuto conto della sviluppo con i crediti d’imposta incagliati e gli interventi che il Governo potrebbe ancora intraprendere per risolvere il problema.

Leggendo la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2023 (NADEF 2023), che l'11 ottobre sarà discussa in Senato, sembrerebbe che il Governo abbia ormai le idee chiare per il biennio 2024-2025, ovvero per gli ultimi due anni di utilizzo del superbonus che per i principali soggetti beneficiari rimasti (i condomini) diminuirà la sua aliquota prima al 70% (nel 2024) e poi al 65% (nel 2025).

A pag. 73 della NADEF 2023 leggiamo:

La NADEF evidenzia che i contributi agli investimenti scontano anche il maggiore impatto finanziario dei bonus edilizi scaturente dai dati di monitoraggio più recenti. In linea con i nuovi criteri contabili adottati dall’Istat a marzo, in accordo con Eurostat, il maggiore costo emerso è registrato all’interno di questa voce di spesa nel 2023 (che infatti è incrementata di circa 24 miliardi) per l’intero importo. Inoltre, per il biennio successivo viene effettuata una riclassificazione dei crediti d’imposta connessi al superbonus, da crediti pagabili a non pagabili.

Dunque la scelta sembrerebbe già presa e il superbonus sarà riclassificato nuovamente come non pagabile a partire dal 2024.

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