CAMBIAMENTO DI STRATEGIA: APPUNTAMENTO IN PARLAMENTO

L’approvazione del ddl Mastella al Consiglio dei Ministri dell’1 Dicembre scorso ha avuto come effetto il cambiamento di rotta nella strategia di ordini e as...

06/12/2006
L’approvazione del ddl Mastella al Consiglio dei Ministri dell’1 Dicembre scorso ha avuto come effetto il cambiamento di rotta nella strategia di ordini e associazioni di categoria, per contrastare l’effetto che il ddl avrebbe sull’attività professionale e sull’operato degli ordini.
Confermata la reiterata posizione del Ministro della Giustizia Clemente Mastella, che ha più volte sostenuto che il testo non potrà variare di molto da quello già noto, l’unica speranza rimasta ai professionisti per contrastare la riforma è la discussione in Parlamento.

La novità alleata dei professionisti è la posizione del Presidente della Commissione Giustizia a Montecitorio, Pino Pisicchio, il quale ha affermato che:Il Parlamento, e non i ministeri delegati, è la sede naturale per discutere della riforma.
L’affermazione di Pisicchio è stata immediatamente recepita dai massimi esponenti delle rappresentanze dei professionisti, che hanno esternato le loro richieste contestando principalmente i seguenti punti del ddl Mastella:
  • abolizione dell’obbligo di tariffe minime (al cui ammontare verrà posto un limite massimo);
  • riorganizzazione degli ordini professionali e presenza regolamentata delle associazioni professionali, con la tendenza di evitare la dilatazione nel numero degli stessi cercando di accorpare gruppi omogenei, alle associazioni verrà dato il compito di certificare la qualità professionale dei propri iscritti e vengono richiesti requisiti di serietà e di organizzazione interna secondo quanto previsto dal quadro normativo europeo; l’attività degli ordini dovrà essere diretta allo sviluppo della qualità professionale dei propri iscritti a garanzia degli interessi dell’utente finale; gli ordini sono chiamati a svolgere funzioni di aggiornamento, di comunicazione e di supporto al turn over delle categorie; vengono, inoltre, introdotte delle modalità di controllo e di sanzione di ordine territoriale e nazionale agli ordini che non rispondono alle funzioni loro assegnate.
Come più volte sostenuto i minimi tariffari risultano essere indispensabili, almeno per le opere pubbliche, al fine di garantire la sicurezza delle stesse, ma, come affermato in occasione del Convegno organizzato dall’Igi (Istituto grandi infrastrutture) dal titolo: La progettazione dei Lavori Pubblici: problemi vecchi e nuovi, dal procuratore regionale della Corte dei Conti Toscana Claudio Galtieri: la tariffa non è sinonimo di qualità, perché se così fosse da un lato tutte le opere realizzate finora sarebbero perfette e senza varianti e dall’altro, nel settore privato, dove il compenso è trattabile, avremmo sempre avuto opere fatte male ed inoltre dovrebbe essere vero che le opere pubbliche sono sempre brutte visto che si è sempre prevista la riduzione del 20% dei minimi per progetti resi alle amministrazioni.

Per quanto riguarda ordini e associazioni, occorre definire una netta linea di confine che chiarisca i ruoli senza sminuire il lavoro svolto finora. Naturalmente, al fine di far fronte alle nuove esigenze della civiltà moderna, è necessario effettuare un ammodernamento ed una riorganizzazione che dia particolare enfasi al sostegno dei giovani che troppo spesso sono abbandonati allo svilimento dell’attività professionale.

Raffaele Sirica, Presidente del Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali ha affermato: Dobbiamo dimostrare, ancora una volta, che sappiamo fare delle proposte concrete. Il Governo non ci ha ascoltati. Provvederemo col Parlamento. E, se ce ne sarà la necessità, proporremo una proposta di legge di iniziativa popolare. Non ci mancano certo i numeri per raccogliere le firme”.
A cura di Gianluca Oreto
© Riproduzione riservata

Documenti Allegati