PIANO CASA REGIONE LOMBARDIA: PRIME CRITICHE DALL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI MILANO

Prime critiche al piano casa della Regione Lombardia da parte dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Milano. In seguito alla deliberazione n...

07/07/2009
Prime critiche al piano casa della Regione Lombardia da parte dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Milano. In seguito alla deliberazione n. 9544 della Giunta lombarda recante “Proposta di progetto di legge Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia”, gli architetti di Milano hanno evidenziato le loro perplessità in merito ad un progetto di legge che, avendo al sue interno delle innovazioni normative già presenti nella strumentazione urbanistica comunale, rischia di non assumere il rilievo desiderato, ossia quello del rilancio dell’attività edilizia in Lombardia.

Gli architetti di Milano fanno notare come il piano casa si innesta nella pianificazione urbanistica comunale in una fase particolarmente delicata in cui i piani urbanistici vigenti devono essere sostituiti con nuovi Piani di Governo del Territorio.

Entrando nel dettaglio, le maggiori critiche sono state mosse verso l’impatto delle nuove volumetrie su contesti consolidati ed in molti casi afflitti da problemi di congestione volumetrica e di disordine urbanistico. Fenomeni che potrebbero venire accentuati da una applicazione indiscriminata di norme che, per il loro carattere generale, non possono tenere conto delle diverse condizioni operative locali.

In particolare, criticato l’art. 2 (Utilizzo del patrimonio edilizio esistente) che non porterebbe alcuna innovazione dato che la promozione della ricostruzione di parti dismesse di fabbricati esistenti è già consentita dalla strumentazione urbanistica comunale. Andrebbero, inoltre, chiarite le modalità con le quali calcolare il volume esistente, specificando il rimando alla disciplina contenuta nei piani comunali. Criticato pesantemente il recupero dei fabbricati agricoli che risulterebbe inadeguato a promuovere il riuso del vastissimo patrimonio di edilizia rurale, spesso di straordinario valore storico ed ambientale, lasciato cadere in rovina un po’ ovunque nel territorio lombardo.

Critiche per l’art. 3 (Facoltà di ampliamento e sostituzione degli edifici esistenti). Come per il precedente articolo, anche le innovazioni contenute nell’art. 3 sono già state inserite negli strumenti di pianificazione comunale. Piuttosto andrebbe chiarita la possibilità di sommare le differenti maggiorazioni volumetriche consentite dai piani comunali, da diverse leggi regionali già in vigore e da questo nuovo testo. Preoccupazione per l’applicazione della maggiorazione volumetrica alla sostituzione all’interno dei centri storici di edifici incoerenti coi caratteri tipo morfologici degli stessi. Come affermato dagli architetti di Milano, tale maggiorazione può risultare impraticabile in una buona maggioranza di casi in considerazione delle densità mediamente elevate che caratterizzano generalmente il tessuto edilizio dei centri.

Viene, inoltre, criticata l’attribuzione alla commissione per il paesaggio del compito di valutare la coerenza dei fabbricati oggetto di intervento con “ ... le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche ed ambientali ...” in quanto significherebbe convertire tale commissione in un organo in grado di assegnare o negare diritti volumetrici: cosa del tutto impropria se non decisamente illegittima.

Per quanto concerne l’art. 4 (Riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica), preoccupa la facoltà di incremento generalizzato “ ... in misura non superiore al 40% della volumetria complessiva destinata a edilizia residenziale pubblica esistente nel quartiere.” In alcuni quartieri storici ed in alcuni contesti urbani una così rilevante densificazione può risultare indesiderabile. Pare importante istituire possibili forme di verifica da parte dei Comuni, in relazione ai caratteri specifici di ciascun quartiere.

Infine, gli Architetti di Milano fanno notare che molti dei quartieri ai quali potrebbe essere applicata la politica di densificazione costituiscono l’esito di studi e progetti accurati, alcuni dei quali di grande valore, frequentemente portati ad esempio nella letteratura sulla città e nell’insegnamento dell’architettura. Per tale motivo, la riprogettazione di tali quartieri deve essere condotta con altrettanta cura e attenzione ed il modo migliore per garantirle è il concorso di progettazione.

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