Istat: Indici prezzi al consumo marzo 2016
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le fami...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Marzo
2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
marzo 2016 con la nuova base 2015 sul valore di
99,60 con una piccola variazione positiva rispetto
a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del +0,1 % e
quella annua del -0,3%. Ai fini della
determinazione del trattamento di fine rapporto
(TFR) maturato nel periodo tra il 15 Marzo 2016 ed il 14
Aprile 2016, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre
2015 del + 0,375000%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di
riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per
l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al
consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la
precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base
2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le
Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a
1,071.
La persistenza del calo tendenziale dei prezzi risente di un quadro
di sostanziale stabilità degli andamenti su base annua delle
diverse tipologie di prodotto, con l’eccezione dell’ulteriore
flessione dei prodotti energetici e in particolare degli Energetici
non Regolamentati (-11,2%, da -8,5% del mese precedente),
compensata però dall’inversione della tendenza dei Servizi relativi
ai trasporti (+0,5%, da -0,7% di febbraio) e da altri lievi segnali
di ripresa registrati dai prezzi di alcune tipologie di prodotto,
che hanno contribuito, però, solamente a ridurre l’ampiezza della
flessione dell’indice generale.
Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’“inflazione di fondo” sale a +0,6% (da
+0,5% di febbraio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,4% (era +0,3% il mese precedente).
L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,4% (era -0,6% a febbraio).
Rispetto a marzo 2015, i prezzi dei beni registrano un’accentuazione della flessione (-1,0%, da -0,7% di febbraio) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera (+0,7%, da +0,5% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a febbraio 2016 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di cinque decimi di punto percentuale.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a
febbraio e dello 0,3% su base annua (da -0,4% del mese precedente).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e
diminuiscono dell’1,1% in termini tendenziali (era -0,8% il mese
precedente).
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale,
ridotto al 75%, si è attestato al -0,225% e
l'indice biennale al -0,375%.
L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2016, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Trasporti
(+0,8%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,3%), Abbigliamento
e calzature (+0,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa, Altri
beni e servizi (+0,1% per entrambi).
Variazioni nulle si sono registrate nei sei
capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Abitazioni acqua,
elettricità e combustibili, Servizi sanitari e spese per la salute,
Istruzione,
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nei capitoli Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,4%),
Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,2%) e Comunicazioni
(-0,1%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono
registrati nei capitoli Istruzione (+1,3%), Ricreazione spettacoli
e cultura (+1,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,0%),
Abbigliamento e calzature (+0,5%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Mobili articoli e servizi per la casa (+0,4%), Servizi
sanitari e spese per la salute (+ 0,3 %), Altri beni e servizi
(+0,1%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Trasporti (-3,1%), Abitazione, acqua
elettricità e combustibili (-0,7%), Prodotti alimentari e bevande
analcoliche (-0,4%), Comunicazioni (-0,1%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Aosta (+0,5%), Trento (+0,4%), Bolzano (+0,3%),
Trieste (+0,2%), Venezia (+0,1%) Bologna (+0,0%), mentre nelle
altre città sono tutti negativi e a Genova, Napoli e Milano (-0,1%
per tutte e tre), Torino, Ancona e L’Aquila (-0,2% per tutte e
tre), Palermo (-0,3%), Firenze (-0,4%), Roma (-0,5%), Catanzaro,
Cagliari e Perugia (-0,6% per tutte e tre), Potenza e Bari (-1,0%
per entrambe).
I prossimi indici saranno pubblicati il 13 Maggio
2016.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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