Ripresa o Stabilizzazione del mercato?

Dopo anni di continua e pesante crisi che ha investito tutti i settori, una piccola crescita può essere considerata un segnale di ripresa o è solo il segno c...

02/12/2015
Dopo anni di continua e pesante crisi che ha investito tutti i settori, una piccola crescita può essere considerata un segnale di ripresa o è solo il segno che il mercato (forse) si sta stabilizzando verso il basso?

La domanda appare scontata, soprattutto dopo aver letto congiuntamente gli ultimi rapporti riguardanti il mercato immobiliare condotti dall'Agenzia delle Entrate e l'ultima relazione annuale pubblicata dall'Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento (AITEC). Le Entrate parlano di timida ripresa delle compravendite immobiliari, ATECAP rileva un rallentamento del calo della produzione. Entrambi sono d'accordo che si stia interrompendo un trend negativo che si è registrato ininterrottamente negli ultimi anni.

Considerato, però, che dal 2008 al 2014 il settore delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti pari a circa 64 miliardi di euro, determinando una perdita di 529.000 posti di lavoro nelle costruzioni a cui se ne devono aggiungere altri 800.000 considerando i settori collegati, bisogna restare cauti e prendere i dati per quello che sono. Non potendo registrare una crisi infinita che porterebbe il Paese ad un livello di povertà inimmaginabile (si spera), era chiaro che prima o poi il segno meno dalle statistiche dei consumi sarebbe cambiato, ma parlare di "inversione di tendenza" appare abbastanza azzardato.

La stessa ATECAP, nelle previsioni 2016 per la produzione di calcestruzzo preconfezionato, parla di un timido +1,1% che, pur rappresentando un segno positivo che interromperebbe il trend negativo che farebbe emergere la volontà di basare la ripresa dell'economia italiana anche su interventi di grande interesse per il settore delle costruzioni, non può essere minimamente paragonato con quando è andato perduto negli ultimi anni.


Lo stesso Vicepresidente ATECAP Andrea Bolondi qualche mese fa aveva parlato di una "stabilizzazione di quello che presumibilmente sarà il mercato futuro" ovvero un mercato che sarà in grado di assorbire solo la metà della capacità produttiva. Interessante è la metafora con la quale Bolondi ha paragonato il mercato del calcestruzzo "E' come se fino a ieri avessimo nuotato tutti in un lago capiente, un lago che oggi si è ristretto e che quindi rende più difficile restare a galla. In Italia operano nel settore circa 1.200 imprese con oltre 2.000 impianti di betonaggio. Troppi! Il risultato è una concorrenza spietata sui prezzi che a volte, in assenza di reali controlli, va a discapito della qualità del prodotto e di conseguenza della sicurezza delle opere".

Seguendo quanto affermato, Bolondi ha recentemente affermato che "anche se l'economia italiana registra cauti segnali e prospettive di crescita, la ripresa ancora non coinvolge pienamente il settore delle costruzioni e dunque il comparto del calcestruzzo preconfezionato. Le prospettive di investimento future sembrano riguardare più il mercato del recupero, della manutenzione e della riqualificazione piuttosto che interessare gli investimenti in nuove abitazioni e le costruzioni non residenziali".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
     
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