Cedolare secca: le penali sul contratto vanno tassate?

L'effettiva applicazione di clausole penali al conduttore va sottoposta a imposta di registro? Ecco la risposta dell'Agenzia delle Entrate

di Redazione tecnica - 03/06/2025

La risposta del Fisco

L’Agenzia, richiamando ampia giurisprudenza della Corte di Cassazione ha affermato un principio fondamentale: la clausola penale non ha una causa autonoma, ma è strettamente accessoria al contratto cui accede. Non può sopravvivere se il contratto viene meno, né essere separata dall’obbligazione principale.

In ambito fiscale, ciò si traduce in due effetti:

  • la clausola penale non genera un autonomo obbligo impositivo di registro;
  • e il contratto è soggetto a cedolare secca, e quindi beneficia dell’esenzione dall’imposta di registro e di bollo, anche la clausola penale segue la medesima sorte.

Clausola penale: funzioni e applicazione per contratti a cedolare secca

Dal punto di vista civilistico, la clausola penale è uno strumento di rafforzamento dell’obbligazione principale: disincentiva l’inadempimento e predetermina il danno, senza necessità di prova. Ma proprio perché non ha “vita propria” rispetto al contratto, spiega il Fisco, non si presta a essere trattata come un atto negoziale separato ai fini tributari.

Tenendo conto che l’opzione per la cedolare secca comporta l’esenzione:

  • dall’IRPEF sul canone di locazione;
  • dall’imposta di registro (sia sull’atto principale che su proroghe e risoluzioni);
  • dall’imposta di bollo,

poiché la clausola penale non è un atto autonomo, non può essere colpita da imposizione separata.

 

 

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