Cedolare secca: le penali sul contratto vanno tassate?
L'effettiva applicazione di clausole penali al conduttore va sottoposta a imposta di registro? Ecco la risposta dell'Agenzia delle Entrate
La risposta del Fisco
L’Agenzia, richiamando ampia giurisprudenza della Corte di Cassazione ha affermato un principio fondamentale: la clausola penale non ha una causa autonoma, ma è strettamente accessoria al contratto cui accede. Non può sopravvivere se il contratto viene meno, né essere separata dall’obbligazione principale.
In ambito fiscale, ciò si traduce in due effetti:
- la clausola penale non genera un autonomo obbligo impositivo di registro;
- e il contratto è soggetto a cedolare secca, e quindi beneficia dell’esenzione dall’imposta di registro e di bollo, anche la clausola penale segue la medesima sorte.
Clausola penale: funzioni e applicazione per contratti a cedolare secca
Dal punto di vista civilistico, la clausola penale è uno strumento di rafforzamento dell’obbligazione principale: disincentiva l’inadempimento e predetermina il danno, senza necessità di prova. Ma proprio perché non ha “vita propria” rispetto al contratto, spiega il Fisco, non si presta a essere trattata come un atto negoziale separato ai fini tributari.
Tenendo conto che l’opzione per la cedolare secca comporta l’esenzione:
- dall’IRPEF sul canone di locazione;
- dall’imposta di registro (sia sull’atto principale che su proroghe e risoluzioni);
- dall’imposta di bollo,
poiché la clausola penale non è un atto autonomo, non può essere colpita da imposizione separata.
Documenti Allegati
RispostaIL NOTIZIOMETRO