Doppia conformità rigida: niente sanatoria edilizia in zona sismica

La Corte di Cassazione ribadisce che l’assenza dell’autorizzazione sismica preventiva impedisce la sanatoria edilizia ai sensi dell’art. 36 del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia)

di Redazione tecnica - 23/05/2025

Conclusioni

La nuova sentenza della Cassazione conferma un principio netto: un’opera realizzata in zona sismica, priva di autorizzazione strutturale preventiva, non può essere sanata ai sensi dell’art. 36 del TUE. Neanche il rilascio di un permesso in sanatoria può rimediare a tale mancanza, trattandosi di un vizio insanabile che incide sulla validità stessa del titolo.

Il giudice penale, in sede esecutiva, ha pieno potere di sindacare la legittimità del titolo edilizio e di disapplicarlo, anche se già rilasciato dal Comune. È un monito chiaro per i tecnici: la doppia conformità non è una formalità amministrativa, ma un presupposto sostanziale non derogabile, soprattutto in presenza di vincoli strutturali.

Accanto a questo rigore interpretativo, il legislatore ha introdotto un nuovo strumento operativo: l’art. 36-bis TUE, che consente una forma di sanatoria assistita anche in zona sismica, a condizione che le difformità siano parziali o essenziali e che sia garantito il rispetto delle normative tecniche attraverso interventi correttivi, anche strutturali, a carico del richiedente.

Va tuttavia chiarito che la possibilità di regolarizzare l’abuso, ove esistente, deve intervenire prima del consolidarsi dell’acquisizione al patrimonio pubblico. La Cassazione ha infatti ribadito che, in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione, l’immobile è acquisito automaticamente al patrimonio comunale ai sensi dell’art. 31, comma 3 del TUE: l’effetto è automatico allo scadere dei 90 giorni, e il soggetto originario perde ogni titolo, ogni legittimazione, e ogni potere d’impugnazione, salvo dimostrare un interesse concreto e attuale.

In definitiva, l’unica via percorribile è quella della prevenzione e del rispetto rigoroso delle regole, soprattutto in ambiti sensibili come le zone sismiche. L’auspicio è che le novità normative introdotte dal Salva Casa siano utilizzate con attenzione, evitando interpretazioni forzate e puntando a un reale equilibrio tra legalità edilizia, tutela del territorio e diritto all’abitare.

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