Revisione catastale dopo il Superbonus, un esempio numerico

In caso di lavori che incidono sul valore del bene, è necessario verificare se la rendita catastale aumenta più del 15%. Vediamo come fare.

di Cristian Angeli - 12/05/2025

Le istruzioni riportate nella circolare n. 6/2012

I dati raccolti vengono trattati secondo le istruzioni operative contenute nella circolare n. 6/2012, mediante l’utilizzo di un “approccio di costo” descritto nel paragrafo 6 del documento.

A tale proposito si legge che “la stima del costo deve tenere conto di un profitto normale (P) del promotore immobiliare, giacché i valori di mercato (V) e di costo di produzione (K) identificano due distinte entità economiche, per le quali il più significativo fattore di scostamento è costituito proprio dal profitto (V = K + P). Il costo di produzione (K) di un immobile è, in linea generale, costituito dalla somma di: C1. valore del lotto (costituito dall’area coperta e delle aree scoperte, accessorie e pertinenziali); C2. costo di realizzazione a nuovo delle strutture; C3. costo a nuovo degli impianti fissi; C4. spese tecniche relative alla progettazione, alla direzione lavori ed al collaudo; C5. oneri concessori e di urbanizzazione; C6. oneri finanziari”.

La stessa circolare prosegue specificando che “Il costo delle strutture e degli impianti fissi, di cui ai precedenti punti C2 e C3, laddove realizzati in epoca antecedente a quella censuaria di riferimento (biennio 1988-89), deve essere, inoltre, opportunamente deprezzato in relazione alle condizioni di vetustà ed obsolescenza tecnologica e funzionale dell’immobile oggetto di stima”.

© Riproduzione riservata