Riforma Codice dei beni culturali: autorizzazione paesaggistica e silenzio-assenso al centro

In audizione al Senato, Unitel sulla riforma del D.Lgs. n. 42/2004 si concentra su silenzio-assenso, pareri non vincolanti e nuove competenze per i Comuni

di Gianluca Oreto - 23/05/2025

L’audizione di UNITEL: una voce tecnica a servizio del legislatore

Il 29 aprile 2025, le Commissioni Ambiente e Cultura del Senato hanno ascoltato in audizione il geom. Salvatore Di Bacco, Coordinatore del Comitato Scientifico UNITEL. Il contributo ha offerto una visione tecnico-operativa che ha evidenziato con chiarezza i rischi connessi alle scelte contenute nel DDL.

Di Bacco ha evidenziato come il silenzio-assenso, se applicato a procedimenti tecnici complessi come l’autorizzazione paesaggistica, possa diventare un automatismo privo di garanzie. In assenza di un parere formalizzato, la decisione passa integralmente ai Comuni, esponendoli a contenziosi e ad azioni di responsabilità.

Particolarmente critica è la previsione di pareri obbligatori ma non vincolanti: nei territori privi di Piano Paesaggistico Regionale aggiornato, il Comune si troverebbe a decidere in autonomia anche in casi di dissenso con la Soprintendenza, senza strumenti tecnici o giuridici per sostenere una scelta diversa.

L’audizione ha anche sollevato perplessità sull’ampliamento del 20% in edilizia libera o SCIA, giudicato eccessivo e potenzialmente incompatibile con il principio di compatibilità paesaggistica. Il rischio è che, sotto il cappello della “semplificazione”, si producano effetti irreversibili sul territorio.

UNITEL ha colto l’occasione per proporre un cambio di passo: servono riforme costruite con metodo, non su impulso. Serve una commissione tecnica come quella utilizzata per il Codice dei contratti pubblici, che metta insieme giuristi, urbanisti, tecnici della PA, e non testi scritti in ambienti opachi da soggetti spesso privi di reale competenza applicativa.

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