Riforma Codice dei beni culturali: autorizzazione paesaggistica e silenzio-assenso al centro
In audizione al Senato, Unitel sulla riforma del D.Lgs. n. 42/2004 si concentra su silenzio-assenso, pareri non vincolanti e nuove competenze per i Comuni
Conclusioni: semplificare sì, ma con visione e responsabilità
La riforma dell’autorizzazione paesaggistica non può essere ridotta a un’operazione di alleggerimento burocratico. Il paesaggio non è un ostacolo allo sviluppo, ma un patrimonio da tutelare e gestire con competenza.
Il DDL n. 1372 contiene disposizioni potenzialmente destabilizzanti, che vanno ben oltre la semplificazione. Senza piani paesaggistici aggiornati, senza linee guida operative e senza una regia tecnica nazionale, si rischia di creare un sistema disomogeneo e privo di controllo effettivo.
L’audizione di UNITEL ha richiamato il legislatore a una riflessione più ampia: servono leggi scritte con i tecnici, non contro la tecnica. E serve, prima ancora delle norme, un metodo. Perché il paesaggio non si tutela con i decreti, ma con la competenza, la responsabilità e la capacità di visione.
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