SCIA e mutamento di destinazione d’uso: il Consiglio di Stato chiarisce i limiti del potere comunale

Il Consiglio di Stato chiarisce che un obbligo dichiarato in SCIA non preclude variazioni successive se compatibili con il piano urbanistico: nessun mutamento rilevante senza passaggio tra categorie funzionali.

di Redazione tecnica - 29/05/2025

Conclusioni

La sentenza ribadisce alcuni principi fondamentali per l’operatività degli strumenti edilizi:

  • la SCIA è titolo abilitativo a tutti gli effetti, ma la validità non può essere inficiata da un obbligo dichiarato unilateralmente se non vi è contrasto con il piano urbanistico;
  • il mutamento d’uso va valutato sulla base della destinazione prevalente dell’immobile, non sulla semplice variazione di funzione di singole unità interne;
  • l’annullamento in autotutela richiede il rispetto di termini e una motivazione concreta sull’interesse pubblico attuale.

La decisione conferma, dunque, che non è possibile utilizzare strumentalmente l’atto unilaterale allegato alla SCIA per negare ex post trasformazioni compatibili con il quadro normativo. Ogni valutazione deve fondarsi su dati oggettivi e criteri tecnico-giuridici corretti.

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