Affidamento diretto, frazionamento artificioso e documentazione carente: interviene ANAC
ANAC contesta il frazionamento artificioso degli incarichi e la carenza del Documento di indirizzo alla progettazione in tre affidamenti per opere di messa in sicurezza idrogeologica.
L’analisi dell’ANAC: mancano DIP, stime puntuali e verifiche sui requisiti
Nel caso oggetto della nuova delibera, ANAC ha rilevato che la stazione appaltante ha omesso gli atti fondamentali per una corretta impostazione degli affidamenti: nessun DIP, né quadro esigenziale, né DOCFAP. Gli unici documenti forniti erano “relazioni progettuali semplificate” prive di firma e data, non idonee a consentire una stima attendibile dei corrispettivi o una valutazione consapevole da parte degli operatori.
Non solo. Le verifiche dei requisiti, come dichiarato dal Comune, sono state condotte tramite autodichiarazioni e acquisizione di certificazioni generiche, senza riscontri effettivi sulla capacità tecnica degli affidatari. Una modalità non conforme all’art. 17 del Codice, che richiede un controllo ex ante, documentato e completo.
Infine, e soprattutto, l’Autorità ha evidenziato l’assenza di motivazioni tecniche oggettive per giustificare la suddivisione degli incarichi. Anzi, ha sottolineato che la categoria S.04 e l’omogeneità prestazionale degli interventi avrebbero imposto una progettazione unitaria. Il frazionamento ha consentito di restare sotto soglia, evitando procedure più trasparenti e concorrenziali.
Documenti Allegati
Delibera ANAC 2 aprile 2025, n. 133IL NOTIZIOMETRO