Canoni di locazione e adeguamento Istat: cosa succede se non si opta per la cedolare secca?
Il Fisco spiega cosa cambia e cosa è necessario fare nella dichiarazione dei redditi se si sceglie il regime fiscale ordinario per i contratti di locazione
Contratti senza cedolare secca: sì all’adeguamento Istat
Se il locatore non opta per la cedolare secca, resta nel regime ordinario e può, ove previsto nel contratto, applicare l’adeguamento annuale del canone sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo (FOI). Tale aggiornamento va comunicato formalmente all’inquilino ed è efficace nei termini pattuiti.
Il problema si pone nel momento in cui il locatore compila la dichiarazione precompilata: il sistema dell’Agenzia delle Entrate, infatti, non recepisce automaticamente il canone aggiornato.
Cosa succede nella dichiarazione precompilata
Nel 730 precompilato, l’Agenzia inserisce:
- il canone dell’anno precedente, oppure
- per i nuovi contratti, il canone presente nella banca dati del registro.
Il sistema non applica autonomamente l’adeguamento Istat, nemmeno nei contratti in regime ordinario. Tuttavia, nella sezione dedicata, un avviso segnala al contribuente la possibilità di modificare il dato, nel caso in cui il canone sia stato aggiornato in corso d’anno.
Pertanto, è onere del locatore correggere manualmente l’importo, riportando in dichiarazione il canone effettivamente percepito, comprensivo dell’aumento Istat.
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