Concessioni balneari: illegittima la revoca delle gare già avviate
Nuova sentenza del Consiglio di Stato sul controverso tema delle concessioni demaniali: la Direttiva Bolkestein non si può aggirare con proroghe “strategiche”
Una questione grande quanto il mare: forse si potrebbe definire così l’infinita diatriba sulle concessioni balneari che, dalla Direttiva Bolkestein (Direttiva 2006/123/CE) in poi, è stata caratterizzata da continue proroghe, deroghe e scelte “creative” per aggirare l’obbligo di indire delle procedure di gara per quelle scadute.
Gare per concessioni balneari: da quando si applica la nuova normativa?
Ne torna adesso a parlare il Consiglio di Stato con la sentenza del 4 aprile 2025, n. 2907, pronunciandosi sull’appello di un OE che si era visto privare della possibilità di partecipare ad una selezione pubblica già avviata, a seguito di un provvedimento comunale di revoca degli avvisi di gara.
Nel caso in esame, il Comune aveva avviato nel 2024 una procedura selettiva per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime. Pochi giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle offerte, è intervenuta la revoca degli avvisi, formalmente motivata con la sopravvenienza del D.L. n. 131/2024 (convertito nella Legge n. 166/2024), che ha modificato la Legge n. 118/2022, prorogando le concessioni esistenti fino al 30 settembre 2027.
Secondo l’amministrazione comunale, l’evoluzione del quadro normativo imponeva una “rivalutazione dell’interesse pubblico” e la riformulazione della lex specialis.
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