Proroga illegittima di una concessione: i rimedi previsti dal Codice Appalti

Richiamo di ANAC all’obbligo di forma scritta nei contratti della pubblica amministrazione e al ricorso alle misure compensative specificate all’art. 186 del Codice

di Redazione tecnica - 22/06/2025

Fino a che punto è possibile estendere, senza gara e senza atto formale, un contratto di concessione? Qual è il limite tra legittima proroga e nuovo affidamento mascherato? E quali sono le conseguenze sul piano della legalità e della concorrenza? Queste sono alcune delle domande al centro della Delibera ANAC del 28 maggio 2025, n. 224 che affronta un caso paradigmatico di gestione di un impianto in concessione totalmente fuori dalle regole.

Concessione oltre i termini: illegittima la proroga informale e immotivata

Oggetto dell’indagine dell'Autorità è una concessione stipulata nel 2006 per lavori e gestione di un impianto di trattamento rifiuti, che doveva avere un massimo di 12 anni (escluso il tempo di completamento delle opere). Allo scadere naturale del contratto, il gestore ha continuato a operare per anni senza un atto formale, in assenza di proroga contrattuale regolarmente sottoscritta e pubblicata.

In parallelo, la titolarità della concessione è passata da un originario RTI a una nuova società, a seguito di modifiche soggettive autorizzate dalla stazione appaltante, ma comunque all’interno di un contesto contrattuale mai revisionato in forma scritta.

La stazione appaltante ha motivato la prosecuzione dell’attività con l’esigenza di riequilibrare l’assetto economico-finanziario, in parte compromesso dagli investimenti sostenuti dal gestore per ampliamenti successivamente autorizzati. Tuttavia, come evidenziato dall’ANAC, la revisione del piano economico-finanziario (PEF), che avrebbe potuto fondare legittimamente una proroga, non è mai stata completata.

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