Regolarità fiscale e appalti pubblici: chiarimenti dal Fisco sul rilascio del DURF
L’Agenzia delle Entrate chiarisce che l’IVA non imponibile ai sensi dell’art. 9 del d.P.R. n. 633/1972 non può essere inclusa nel computo per il rilascio del DURF, anche se l'impresa fiscalmente regolare
Nel contesto degli appalti pubblici e dei contratti soggetti a obblighi rafforzati in materia di regolarità fiscale, il Documento Unico di Regolarità Fiscale (DURF) rappresenta un requisito imprescindibile.
Il DURF consente all’impresa di accedere ad appalti senza subire le stringenti verifiche su ritenute e compensazioni, ma per ottenerlo è necessario dimostrare, tra l’altro, che i versamenti effettuati nel conto fiscale nell’ultimo triennio siano almeno pari al 10% dei ricavi dichiarati.
Rilascio DURF: nuova risposta del Fisco sull'IVA non imponibile
E proprio su questo punto è intervenuta l’Agenzia delle Entrate con la risposta del 29 aprile 2025, n. 123, chiarendo definitivamente un dubbio che riguarda ad esempio imprese operanti anche a livello internazionale: nel computo di questa soglia del 10%, si può considerare anche l’IVA non imponibile ex art. 9 del DPR n. 633/1972?
Il caso sottoposto all'Agenzia delle Entrate
La società istante, attiva nel settore della logistica e spedizioni per eventi fieristici, ha segnalato che pur essendo pienamente in regola con tutti gli obblighi fiscali, non riesce a superare la soglia dei versamenti richiesta dall’art. 17-bis del D.Lgs. 241/1997 per ottenere il DURF. Il motivo? L’elevata incidenza di operazioni internazionali non imponibili ai sensi dell’art. 9 del DPR 633/72, operazioni che – pur regolari – non generano un versamento IVA effettivo.
Secondo l’impresa, il criterio del 10% dei versamenti rispetto ai ricavi non dovrebbe penalizzare chi opera con clienti esteri o in operazioni assimilate agli scambi internazionali, dove l’IVA è oggettivamente non dovuta.
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