Revisione prezzi: il Consiglio di Stato sui limiti dell’equilibrio contrattuale

Revisione prezzi negli appalti pubblici: i limiti applicativi dell’art. 106 del d.lgs. 50/2016 secondo il Consiglio di Stato

di Redazione tecnica - 08/05/2025

Revisione sì, ma senza stravolgimenti

Il Consiglio di Stato, confermando la pronuncia di primo grado, ha respinto l’impostazione dell’appaltatore, affermando che “L’istituto della revisione dei prezzi mira a garantire un costante equilibrio tra le prestazioni contrattuali, ma non può trasformarsi in un meccanismo di modifica dell’assetto economico originario, soprattutto in assenza di sopravvenienze effettive e documentate”.

La revisione, dunque, ha natura integrativa, non modificativa: si tratta di uno strumento di riequilibrio ex post e non di un automatismo moltiplicativo.

Uno dei punti centrali della sentenza riguarda l’interpretazione della clausola contrattuale che prevedeva l’applicazione del “100% dell’indice FOI”. Secondo l’appaltatore, tale clausola imponeva una revisione automatica. I giudici di Palazzo Spada, invece, hanno evidenziato che anche un parametro “oggettivo” deve essere calato nella realtà concreta del contratto e interpretato alla luce dei principi generali della contabilità pubblica.

L’applicazione integrale dell’indice, in presenza di voci come la manodopera – che rappresentava oltre il 65% del corrispettivo – non interessate da aumenti significativi, avrebbe comportato un ingiustificato arricchimento per l’appaltatore e un danno erariale per l’Amministrazione.

© Riproduzione riservata