Sanatoria paesaggistica e condono edilizio: le conseguenze del parere tardivo della Soprintendenza
In caso di parere reso oltre i termini, il Comune non può limitarsi a recepire il provvedimento per relationem. La conferma in una nuova sentenza del TAR
Può il Comune basare il diniego di autorizzazione paesaggistica su un parere della Soprintendenza reso oltre il termine di legge? E tale parere mantiene comunque efficacia vincolante? La motivazione per relationem è sufficiente a giustificare un provvedimento negativo?
La sentenza del TAR Puglia del 24 aprile 2025, n. 721, offre un’importante occasione per chiarire il peso giuridico del parere tardivo della Soprintendenza nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica, anche in sanatoria, e ribadisce il ruolo attivo e motivato che il Comune deve esercitare in fase decisoria.
Autorizzazione paesaggistica in sanatoria: il TAR sul parere tardivo della Soprintendenza
La controversia origina dal diniego di autorizzazione paesaggistica postuma pronunciato da un’Amministrazione comunale sulla base del parere contrario della Soprintendenza, reso nell’ambito di un procedimento relativo a un’istanza di condono edilizio ai sensi della legge n. 47/1985 (c.d. "Primo Condono Edilizio".
La ricorrente aveva realizzato, negli anni ’80, un’abitazione in area agricola soggetta a vincoli e aveva successivamente presentato domanda di condono. Dopo una lunga istruttoria, il Comune aveva acquisito parere favorevole della Commissione locale per il paesaggio, trasmettendo poi l’istanza alla Soprintendenza, la quale, però, aveva espresso parere negativo oltre i 90 giorni previsti dall’art. 167, comma 5, del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.Lgs. n. 42/2004).
Il Comune aveva quindi emesso un provvedimento di diniego, motivato esclusivamente con rinvio alle osservazioni della Soprintendenza, qualificate come “vincolanti”.
Parere della Soprintendenza: i termini previsti
A rilevare, nel caso in esame sono i termini massimi previsti dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio per il rilascio, nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica, del parere da parte della Soprintendenza:
- l’art. 146, comma 8, D.lgs. n. 42/2004, che stabilisce il termine massimo di 45 giorni per il parere della Soprintendenza, decorso il quale la mancata pronuncia fa venir meno il vincolo;
- l’art. 167, comma 5, D.lgs. n. 42/2004 secondo cui per i procedimenti in sanatoria, il termine per l’espressione del parere è di 90 giorni. Anche in tal caso, decorso inutilmente il termine, il parere può essere reso, ma perde il carattere vincolante.
Documenti Allegati
SentenzaIL NOTIZIOMETRO