Avvalimento premiale: il Consiglio di Stato sulle certificazioni di parità di genere

Palazzo Spada si pronuncia sull’avvalimento “premiale puro”, diretto ad acquisire punteggi migliorativi in fase di valutazione dell’offerta e non relativo a requisiti di partecipazione dell'OE

di Redazione tecnica - 24/06/2025

Certificazione parità di genere: sì all'avvalimento

Sulla base di questi presupposti, Palazzo Spada ha quindi riconosciuto la piena ammissibilità dell’avvalimento “premiale” anche per le certificazioni di qualità, tra cui rientra anche quella sulla parità di genere.

La decisione del Consiglio di Stato conferma l’impostazione più evolutiva dell’avvalimento “premiale” introdotta dal nuovo Codice e valorizza il principio eurounitario di concorrenza e il favor partecipationis, estendendo l’utilizzabilità dell’avvalimento anche ai requisiti premianti.

Il Collegio afferma con chiarezza che:

  • la certificazione sulla parità di genere è riconducibile al genus delle certificazioni di qualità, attestando l’adozione di processi organizzativi strutturati sulla base della prassi UNI/PdR 125:2022;
  • essa non rientra tra i requisiti generali di partecipazione soggetti a divieti di avvalimento, come quelli ex artt. 94 e 95 del Codice;
  • in quanto elemento tecnico-premiale dell’offerta, può essere messa a disposizione da un ausiliario mediante contratto di avvalimento, purché questo contenga una descrizione dettagliata delle risorse prestate.

Ne discende che il diniego in via generale dell’utilizzabilità dell’avvalimento per tale tipo di requisito non è coerente né con il nuovo impianto normativo, né con i principi euro-unitari di proporzionalità e massima partecipazione alle gare.

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