Cambio di destinazione d’uso, abuso edilizio e Superbonus: interviene il TAR

Il TAR Lazio conferma che in assenza di stato legittimo dell’immobile SCIA e CILAS perdono efficacia e i lavori diventano abusivi, con perdita del Superbonus 110%

di Gianluca Oreto - 28/05/2025

Conclusioni

La sentenza del TAR Lazio n. 8969/2025 rappresenta un chiarimento rilevante in merito:

  • al mutamento d’uso da cantina a residenza come intervento urbanisticamente rilevante;
  • all’inidoneità della sola documentazione catastale a fondare lo stato legittimo in presenza di difformità edilizie;
  • al valore probatorio delle dichiarazioni asseverate nelle SCIA alternative;
  • alla legittimità dell’ordine di demolizione anche in assenza di dolo o colpa diretta da parte dell’attuale proprietario;
  • all’inefficacia degli atti edilizi privi di presupposti e alla conseguente perdita di agevolazioni fiscali, come il Superbonus.

Per i tecnici, è un ulteriore richiamo alla necessità di una verifica puntuale dello stato legittimo e di una maggiore responsabilità nelle asseverazioni. Per i committenti, un invito a diffidare da scorciatoie procedurali: la regolarità urbanistica non si improvvisa, si dimostra.

Ma c’è di più. Questo caso dimostra ancora una volta quanto sia fragile l’equilibrio tra diritto edilizio e fiscalità. La CILAS, nata per semplificare, si è trasformata in un terreno insidioso, soprattutto quando si continua a ignorare un principio fondamentale: senza stato legittimo non esiste alcuna possibilità di intervento regolare, né edilizio né agevolato.

Il legislatore, nella rincorsa alle semplificazioni, ha generato ambiguità normative che alimentano false aspettative e aumentano il contenzioso. È urgente tornare a un quadro normativo coerente, che premi la correttezza e la trasparenza e non lasci spazio a interpretazioni creative. Perché l’edilizia non può essere una materia fluida: richiede certezze, non ambiguità. Il punto non è solo comprendere la norma, ma anche avere il coraggio di applicarla correttamente. Perché in edilizia, come in ogni attività tecnica, la qualità normativa va di pari passo con l’etica professionale.

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