Esclusione automatica per violazioni fiscali: normativa compatibile con il diritto UE?

Dubbi sulla causa di esclusione automatica in caso di self cleaning dopo il termine per la presentazione delle offerte: il TAR rimette la questione alla Corte di Giustizia Europea

di Redazione tecnica - 05/05/2025

Il quadro normativo di riferimento

La normativa coinvolta è principalmente contenuta nelle seguenti disposizioni:

  • art. 57 direttiva 2014/24/UE e art. 80 direttiva 2014/25/UE, che disciplinano le cause di esclusione obbligatorie, tra cui il mancato pagamento di imposte o contributi;
  • art. 94, comma 6, d.lgs. n. 36/2023 che prevede l’esclusione automatica per violazioni fiscali gravi e definitivamente accertate, con possibilità di “salvezza” solo se il pagamento o l’impegno avviene prima della scadenza dell’offerta;
  • art. 97 d.lgs. n. 36/2023, che disciplina la sostituzione delle imprese in RTI solo a determinate condizioni e tempistiche (dichiarazione preventiva nel DGUE, estromissione prima della comunicazione della causa di esclusione da parte della SA).

Le norme italiane, così interpretate, introducono una sorta di “sbarramento temporale” alla possibilità di dimostrare, tramite self-cleaning, l’affidabilità anche nei casi in cui il debito venga integralmente estinto prima dell’esclusione formale ma dopo il termine per presentare l’offerta.

La relazione tra art. 57, par. 2, 5 e 6 della direttiva 2014/24/UE suggerisce invece una maggior flessibilità, tale da non escludere l’efficacia del self-cleaning post scadenza, purché prima del provvedimento di esclusione.

 

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