Gare d'appalto e contenziosi: la Cassazione interviene sul contributo unificato
Un’imposizione cumulativa di tributi giudiziari, se non giustificata da obiettive esigenze di bilanciamento, può costituire un ostacolo dissuasivo all’esercizio del diritto alla tutela giurisdizionale
La presentazione di un ricorso per motivi aggiunti comporta l'esborso di un ulteriore contributo unificato oppure una simile richiesta da parte dell'autorità giudiziaria è illegittima?
Ricorso per motivi aggiunti: è dovuto un nuovo contributo unificato?
A rispondere a un quesito di natura “pratica” è la Corte di Cassazione con l’ordinanza del 29 aprile 2025, n. 11301, con cui ha affrontato un tema particolarmente sensibile per gli operatori economici che decidono di affrontare un contenzioso, ad esempio in ambito di contratti pubblici: l’obbligo del pagamento del contributo unificato nei ricorsi con motivi aggiunti presentati per la stessa medesima procedura di gara.
La vicenda nasce dal ricorso presentato da un’impresa che aveva impugnato con ricorso al TAR il provvedimento di esclusione a proprio carico. Successivamente, l'OE ha proposto motivi aggiunti per contestare anche l’aggiudicazione definitiva a un altro concorrente.
L’amministrazione ha chiesto il pagamento di un nuovo contributo unificato e, mentre la richiesta era stata annullata dalla CTP, la Corte di giustizia tributaria regionale l'aveva invece confermata, ritenendo che i motivi aggiunti ampliassero considerevolmente il thema decidendum del contenzioso.
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