Autorizzazione integrata ambientale e modifiche per silenzio: la parola alla Corte di Giustizia UE
Autorizzazioni ambientali e diritto europeo: il TAR solleva una questione pregiudiziale sulla validità del silenzio-assenso per le modifiche impiantistiche non dichiarate come “sostanziali”
Conclusioni
L’ordinanza apre uno scenario di grande interesse per l’intero settore ambientale e impiantistico, in particolare per le industrie soggette ad AIA. Nell’attesa della pronuncia della CGUE, si possono trarre già alcune indicazioni operative:
- il silenzio dell’amministrazione non può mai essere considerato un via libera assoluto, specie in materia ambientale (il principio di precauzione impone massima attenzione);
- i gestori devono valutare con rigore la natura delle modifiche progettate, documentandone la non sostanzialità in modo trasparente e prudenziale;
- le amministrazioni devono potenziare le capacità istruttorie e rispettare i termini, ma anche valutare attentamente la possibilità di impugnare modifiche che si rivelino sostanziali, anche se “autorizzate” per silenzio.
Il giudice amministrativo ha sollevato un conflitto sistemico tra la logica della semplificazione procedimentale (silenzio-assenso) e le esigenze di tutela ambientale imposte dal diritto UE. La decisione della Corte di giustizia potrebbe imporre una revisione normativa della disciplina italiana sulle modifiche AIA, anche in chiave di maggior presidio pubblico.
Un passaggio cruciale, che potrebbe ridefinire il bilanciamento tra semplificazione procedimentale e garanzie ambientali, riscrivendo il rapporto tra diritto interno e diritto europeo in tema di autorizzazioni integrate ambientali.
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