Cambio di destinazione d’uso e carico urbanistico: servono sempre nuovi standard?
Il Consiglio di Stato chiarisce che il ripristino di una destinazione d’uso originaria non comporta aggravio di carico urbanistico né l’obbligo di reperire nuovi standard
Considerazioni operative
Per i tecnici che si trovano a gestire pratiche di rigenerazione urbana o mutamenti di destinazione d’uso nei centri storici, il principio affermato dal Consiglio di Stato è particolarmente utile:
- non ogni cambio d’uso genera automaticamente nuovi obblighi in materia di standard;
- quando il nuovo uso ripristina una funzione storica e già prevista dagli strumenti urbanistici, senza aggravare il carico urbanistico, il principio di proporzionalità impone una valutazione sostanziale e non burocratica;
- questa impostazione favorisce interventi di recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e limitazione del consumo di suolo.
Un principio che, se correttamente applicato, può aiutare i tecnici a superare rigidità interpretative ancora frequenti nella prassi degli uffici tecnici comunali.
Conclusioni
Il nuovo intervento del Consiglio di Stato rappresenta un riferimento importante per chi opera nel campo della rigenerazione urbana. Chiarisce che non ogni cambio di destinazione d’uso deve essere trattato come se introducesse nuovi impatti e che il concetto di carico urbanistico va declinato in termini funzionali e concreti. È auspicabile che questo orientamento trovi sempre più spazio anche nella prassi amministrativa, a supporto di un approccio equilibrato e ragionevole alla gestione delle trasformazioni urbane.
Documenti Allegati
Sentenza Consiglio di Stato 29 maggio 2025, n. 4686IL NOTIZIOMETRO