Condono edilizio: la Corte Costituzionale ribadisce il limite dei 150 metri dalla costa

Con la sentenza n. 72/2025 arriva un chiarimento definitivo: nella fascia costiera vincolata non si costruisce, né si può sanare

di Gianluca Oreto, Nunzio Santoro - 26/05/2025

Conclusioni

Il nuovo intervento della Corte Costituzionale mette finalmente la parola fine a una vicenda giuridica e amministrativa che si trascinava da oltre trent’anni. L’incertezza sull’efficacia dei vincoli di inedificabilità nella fascia costiera – spesso oggetto di interpretazioni difformi e applicazioni incoerenti – trova ora un chiarimento definitivo: entro i 150 metri dalla battigia non si costruisce e non si condona.

La Corte ribadisce che i vincoli ambientali non possono essere aggirati né con strumenti urbanistici locali né con scorciatoie legislative. Nessun affidamento può essere riconosciuto a chi ha realizzato un intervento abusivo in un’area soggetta a tutela paesaggistica. Il paesaggio costiero non è un terreno di conquista per sanatorie retroattive, ma un bene primario da preservare secondo i principi costituzionali.

Per i tecnici, la pronuncia impone un cambio di prospettiva: la valutazione dello stato legittimo non può prescindere dalla conoscenza del quadro vincolistico. Il rispetto della disciplina edilizia non si esaurisce nella verifica dei titoli, ma deve estendersi alla compatibilità territoriale, ambientale e paesaggistica.

Una sentenza netta, che restituisce coerenza al sistema normativo e chiude una lunga stagione di ambiguità applicative. Da oggi, almeno su questo punto, non ci sono più margini per interpretazioni alternative.

L'epilogo della vicenda conferma l'orientamento della giurisprudenza costituzionale verso una lettura sostanzialista delle norme di tutela ambientale, dove la continuità della protezione prevale sulle aspettative individuali maturate in contesti normativi ambigui. Tale approccio, se da un lato garantisce la tenuta del sistema di tutele, dall'altro evidenzia l'importanza di una redazione normativa chiara e inequivocabile, al fine di evitare che l'incertezza interpretativa si traduca in contenziosi prolungati e aspettative deluse.

La palla passa alla politica cui compete, nell’ambito legislativo, il dovere della chiarezza normativa, che rappresenta un presupposto imprescindibile per la certezza del diritto e la tutela dell'affidamento legittimo dei cittadini. Un principio chiaro, che ora dovrà riflettersi coerentemente nelle prassi comunali di rilascio, controllo e diniego dei titoli edilizi

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