Obbligo BIM negli appalti pubblici: il MIT sulla disciplina transitoria
Come si applica la disciplina BIM per procedure bandite nel 2025, ma il cui progetto è stato approvato prima dell'entrata in vigore del Correttivo? Ecco la risposta del supporto giuridico
Quali lavori sono soggetti all’obbligo BIM a partire dal 2025? Qual è il ruolo del DOCFAP? E in che misura la programmazione antecedente al 31 dicembre 2024 può esentare dalla digitalizzazione? A chiarire l'ambito applicativo dell’art. 43 e dell'art. 225-bis del d.Lgs. n. 36/2023 (quest'ultima norma introdotta con il Correttivo) è il Supporto Giuridico del MIT con il parere del 3 giugno 2025, n. 3480.
Obbligo BIM negli appalti pubblici: come si applica a progetti approvati nel 2024?
La questione nasce dalla richiesta di chiarimenti di una SA sull’interpretazione dell’art. 225-bis del nuovo Codice dei contratti pubblici, con particolare riferimento alla tempistica di redazione del DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali), all’importo dei lavori programmati e all’applicabilità dell’obbligo di progettazione in BIM.
In particolare, si chiede:
- se, per i lavori di importo superiore a 2 milioni di euro, la mancata previsione del BIM sia legittima qualora il DOCFAP risulti approvato entro il 31 dicembre 2024;
- se l’esonero si estenda anche ai casi in cui i lavori siano inferiori alla soglia UE, e quindi esclusi dall’obbligo di DOCFAP ex art. 2, comma 5, dell’Allegato I.7;
- se sia corretta l’interpretazione secondo cui il momento della programmazione prevale su quello della pubblicazione della gara ai fini dell’esonero BIM;
- se l’obbligo BIM possa applicarsi retroattivamente anche ai livelli di progettazione già affidati prima del 1° gennaio 2025.
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