Sanatoria edilizia e vincoli paesaggistici: il Consiglio di Stato conferma i limiti
Il Consiglio di Stato chiarisce i casi in cui il ripristino dei luoghi è obbligatorio e quando la compatibilità paesaggistica impedisce il rilascio della sanatoria edilizia
Conclusioni
La sentenza del Consiglio di Stato offre indicazioni operative chiare per la gestione di situazioni analoghe:
- attenzione al vincolo: in zone vincolate occorre sempre valutare con rigore la compatibilità paesaggistica prima di proporre una sanatoria;
- limiti della sanatoria: l’art. 167, comma 4, d.lgs. 42/2004 consente margini molto ristretti. Non tutte le opere sono sanabili, soprattutto quando comportano trasformazioni morfologiche sostanziali;
- pianificazione urbanistica subordinata: la normativa paesaggistica prevale sugli strumenti urbanistici locali;
- ripristino come soluzione: in presenza di alterazioni irreversibili e incompatibili, il ripristino dello stato dei luoghi è la strada obbligata.
Nei territori tutelati non si può ragionare solo in termini edilizi: la compatibilità paesaggistica, verificata ex ante, resta il presupposto imprescindibile per ogni intervento legittimo, salvo i casi particolari previsti dall’art. 167, comma 4, del Codice dei beni culturali e dall’art. 36-bis del Testo Unico Edilizia.
Documenti Allegati
Sentenza Consiglio di Stato 5 giugno 2025, n. 4892IL NOTIZIOMETRO