Abusi edilizi, sanzioni e Salva Casa: importante sentenza del TAR Lazio
Il TAR Lazio (sentenza n. 12426/2025) ribadisce la natura vincolata dell’ordine di demolizione, l’inapplicabilità del “Salva Casa” senza regolamenti regionali e la responsabilità del proprietario attuale, anche se non autore dell’abuso.
Quali sono i limiti della difesa di fronte a un’ingiunzione di demolizione? È possibile invocare la natura pertinenziale delle opere o l’assenza di vincoli per sottrarsi alle conseguenze dell’abuso? E, soprattutto, in che misura la normativa sopravvenuta, come il decreto “Salva Casa”, può incidere su procedimenti sanzionatori già avviati?
Abusi edilizi, sanzioni e Salva Casa: la sentenza del TAR Lazio
Sono domande al centro dell’intervento del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio che, con la sentenza n. 12426 del 23 giugno 2025, ha affrontato un caso complesso di abusi edilizi caratterizzato da una pluralità di opere, apparentemente “minori”, ma valutate nella loro portata complessiva.
Nel caso sottoposto al giudizio del TAR, l’amministrazione comunale aveva adottato un’ordinanza di demolizione relativa a otto interventi abusivi relativi a magazzini, tettoie, gazebo, forno, piscina e difformità interne all’edificio principale. Il ricorrente aveva contestato l’atto per genericità, sproporzione delle sanzioni, insussistenza del carattere edilizio delle opere e, soprattutto, invocava l’applicabilità del D.L. n. 69/2024 (Salva Casa) convertito in Legge n. 105/2024 che ha innovato la disciplina della sanatoria edilizia contenuta nel d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).
Inoltre, veniva sostenuto che:
- gli abusi fossero stati “ereditati” dai precedenti proprietari;
- la natura pertinenziale delle opere le sottraesse dal regime autorizzatorio.
Documenti Allegati
Sentenza TAR Lazio 23 giugno 2025, n. 12426IL NOTIZIOMETRO