Demolizione e Salva Casa: quando il giudice può sospendere l’ordine?

La Cassazione torna sul potere del giudice dell’esecuzione in materia di abusi edilizi e chiarisce i limiti operativi dell’art. 36-bis del Testo Unico Edilizia: non tutti gli interventi sono sanabili.

di Redazione tecnica - 17/06/2025

I fatti

Il caso nasce da un’istanza presentata da un soggetto condannato in via definitiva nel 2009 per un abuso edilizio consistente in un edificio completamente privo di titolo abilitativo. Dopo l’ingiunzione a demolire emessa nel 2024 dal PM, l’interessato ha chiesto la sospensione dell’ordine, sostenendo che l’intervento potesse rientrare nella nuova sanatoria semplificata introdotta dal Decreto Salva Casa.

Il giudice dell’esecuzione ha rigettato l’istanza, evidenziando:

  • l’assenza di atti amministrativi sopravvenuti incompatibili con la demolizione;
  • la mancanza di una vera e propria procedura amministrativa pendente al momento della decisione (la richiesta di sanatoria è arrivata solo successivamente e risultava generica);
  • la non configurabilità, nemmeno in via potenziale, dei presupposti applicativi dell’art. 36-bis del TUE.

La Corte di Cassazione ha confermato, quindi, l’ordinanza, dichiarando il ricorso inammissibile per la sua genericità.

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