Demolizione e ricostruzione: gli effetti dell’errata qualificazione dell’intervento
Il TAR Lombardia chiarisce i limiti della ristrutturazione edilizia e definisce il criterio della continuità costruttiva in caso di demolizione e ricostruzione
La qualificazione giuridica dell’intervento
In primo luogo, secondo il TAR, la qualificazione tecnico-giuridica dell’intervento non è un elemento formale, ma costituisce il presupposto sostanziale per determinare se l’intervento sia compatibile con le norme urbanistiche vigenti e per calcolare correttamente oneri e obblighi correlati.
In particolare:
- l’amministrazione non può “correggere” la domanda del privato e rilasciare un titolo edilizio diverso da quello richiesto;
- se l’intervento, pur formalmente qualificato come ristrutturazione, presenta elementi incompatibili con tale categoria, il Comune deve respingere l’istanza.
In questo caso, l’intervento prevedeva due nuovi edifici distinti, su area di sedime diversa, con caratteristiche architettoniche e planovolumetriche completamente nuove e un aumento significativo della superficie complessiva. Anche se l’incremento volumetrico era contenuto entro i limiti di premialità previsti dal PGT, l’assenza di continuità con l’edificio preesistente era evidente.
Documenti Allegati
Sentenza TAR Lombardia 1 aprile 2025, n. 1133IL NOTIZIOMETRO