Le tolleranze costruttive ed esecutive dopo il Salva Casa: lo studio del Notariato
Come cambia la legittimità degli immobili in presenza di difformità minori: un’analisi tecnica e giuridica alla luce dell’art. 34-bis del Testo Unico Edilizia
Conclusioni operative
Lo studio n. 62/2025/T del Consiglio Nazionale del Notariato conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che il nuovo art. 34-bis del Testo Unico Edilizia non va letto come una sanatoria mascherata, ma come uno strumento tecnico-giuridico per rimuovere ostacoli formali alla legittimità degli immobili, senza derogare ai principi di sicurezza, conformità e legalità sostanziale.
Le nuove tolleranze costruttive ed esecutive sono utili, ma richiedono un’attenta analisi documentale e un’assunzione di responsabilità da parte del tecnico abilitato, che dovrà valutare caso per caso la compatibilità dell’intervento con i titoli rilasciati e le normative vigenti all’epoca dell’esecuzione.
Il notaio, da parte sua, è chiamato a una verifica sostanziale della documentazione acquisita, a tutela della legittimità degli atti e della certezza giuridica nei trasferimenti immobiliari.
In definitiva, il Salva Casa semplifica, ma non banalizza: affida ai professionisti — tecnici e notai — un ruolo di garanzia che non può essere ridotto a mera formalità. La coerenza tra progetto, titolo e stato dei luoghi rimane il perno attorno a cui ruota l’intero sistema. E il concetto di “stato legittimo” resta, anche dopo la riforma, una questione di metodo, rigore e responsabilità.
Riportiamo in allegato l’interessante studio completo del Notariato.
Documenti Allegati
Studio Consiglio Nazionale Notariato n. 62-2025/PINDICE
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